Dopo l'ottimo esordio in Nazionale maggiore di Mateo Retegui, ieri contro l'Inghilterra, i tifosi italiani attendono la prima in campo dell'altro oriundo italo-argentino che ha scelto di accettare la chiamata azzurra: Bruno Zapelli. Il fantasista sarà impegnato oggi nella sfida che l'Under 21 affronterà contro la Serbia, alle 18:00.
C'è curiosità nell'osservare il talento del Belgrano, accostato anche in chiave mercato al nostro Paese, con particolare riferimento alla Lazio. Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto in esclusiva il papà del classe 2002, Angel, per parlare di lui e del suo futuro.
E' orgoglioso della chiamata dall'Italia Under 21?
"Sì, lo sono molto. La chiamata di mister Nicolato credo che sia un premio per il sacrificio ed il lavoro di Bruno, oltre che un attestato di stima per le sue qualità".
Ci racconta come sono stati gli inizi da calciatore di Bruno?
"Ha mosso i primi passi alla scuola di calcio dell'Atlético Carlos Paz, un club della nostra città, e ha continuato lì facendo la trafila nelle categorie giovanili, fino all'età di 10 anni. Poi lo ha chiamato il Villarreal ed ha fatto una esperienza in Europa, prima del Belgrano".
A chi si ispirava da bambino?
"Gli sono sempre piaciuti Messi, Riquelme e soprattutto gli è piaciuto molto Iniesta".
A che livello pensa che possa arrivare?
"Beh, io sono il padre e il suo principale fan e ammiratore, forse non sono obiettivo. Ma con molta umiltà e rispetto, penso che possa diventare un giocatore di livello mondiale e giocare nelle migliori squadre d'Europa, senza problemi".
Quali sono le sue migliori qualità, secondo lei?
"Inizio dalla persona: è un crack da questo punto di vista: umile, di basso profilo, generoso, una brava persona, introverso, finché non conosce un po' il nuovo ambiente dove si trova".
E come calciatore?
"E' un trequartista, fantasioso e creativo, che ama partire dagli ultimi 30 metri di campo ed arrivare in porta. Ha una tecnica molto buona ed una visione di gioco e padronanza del campo come pochissimi giocatori. E' un calciatore a 360 gradi. Anche se può sembrare facile da capire, oggi non sono molti quelli che giocano con il suo spirito: Bruno si diverte e prende il calcio per quello che è, ovvero un gioco".
E' questa la sua forza?
"Sì, per questo penso che andrà molto lontano nella sua professione: tutto il suo talento lo accompagna con sacrificio e professionalità. In campo non è per niente egoista, altro dettaglio importante. E' molto generoso nel gioco".
Cosa ne pensa dell'interesse della Lazio per lui?
"Non so sia vero, ma se lo fosse mi sembrerebbe una squadra di primissimo livello, fra le grandi d'Italia ed io sarei orgoglioso del fatto che si fossero interessati a Bruno. Spero che sia vero e che possa dimostrare quanto vale".
Le piacerebbe vederlo giocare in Italia un giorno? Abbiamo anche saputo che lo cercano anche in Brasile.
"Sì, mi piacerebbe molto! Siamo discendenti di italiani e abbiamo parenti a Lecco e Ballabio da dove veniamo. Sarebbe meraviglioso".