ESCLUSIVA SI Diamoutene: “L’Italia non è razzista. Via l’alcol dagli stadi”

Non bastassero le solite polemiche del campo ad accompagnare la sfida fra Juventus ed Inter, ieri ci si sono messi anche alcuni tifosi, che hanno condito un finale infuocato con ululati ed epiteti razzisti nei confronti di Romelu Lukaku.

Un problema che torna periodicamente d'attualità in Italia ed al quale, evidentemente, non è ancora stata trovata una degna soluzione. Per parlare di questa tematica è intervenuto in esclusiva ai microfoni di SPORTITALIA l'ex difensore Souleymane Diamoutene.

Lukaku bersagliato da insulti razzisti: che ne pensi?

"È da molto che succedono queste cose, periodicamente ritornano: è ora che si isolino i pochi che si rendono protagonisti di questi gesti. Perché è da molto che sono in Italia e so benissimo che non sono molti quelli che fanno queste cose. Ci sono rimasto molto male a vedere che cosa è successo perché un conto è fischiare il calciatore che sta per tirare il rigore per cercare di distrarlo un altro invece è offenderlo, soprattutto in senso razzista. Una cosa veramente molto brutta".

Nel corso della tua carriera, hai notato episodi simili? Quanto è concreto il problema nei nostri stadi, al di là di quando viene messo davvero in risalto?

"Sì l'ho notato nel corso degli anni, ma io sono una persona abbastanza tranquilla e mi sono sempre fatto scivolare tutto di dosso. Sapevo di essere in campo e che la partita sarebbe durata 90 minuti: alla fine ognuno prende la propria strada. Penso poi che molti lo facciano verso un giocatore che magari è considerato più forte, oppure verso chi provoca. Ovviamente non va mai bene".

Spesso sono stati i calciatori a prendere l'iniziativa, a partire dal famoso caso di Zoro in cui interruppe il gioco. Come mai si arriva a tanto?

"Questo aspetto dipende da come è fatta ogni persona e dal momento che sta vivendo in campo. Magari qualcuno si fa prendere dal momento in cui è caldo ed ha delle reazioni, ma è ingiusto che accada: dovrebbero essere altri a prendere decisioni ed iniziative per fermare il tutto. In Italia dovrebbero arrivare al livello che si vede in Premier League: i tifosi vanno allo stadio e tifano per la propria squadra cantando ed alla fine della partita finisce tutto. Poi aggiungo una cosa".

Prego.

"Capisco che Juve-Inter sia una partita molto sentita, un derby. A volte quando un giocatore di colore provoca i tifosi avversari, questi sono portati ad esagerare quasi per abitudine in quel modo stupido. Ma di certo mi fa arrabbiare ancora di più il fatto che romelu Lukaku non è questo tipo di calciatore: lo conosco molto bene e so che è un ragazzo serio che non provoca mai".

Cosa servirebbe, per cambiare le cose?

"Secondo me è una cosa veramente difficile da estirpare. Siamo migliorati già tantissimo ma continuerà a succedere perché può dipendere semplicemente quando meno te l'aspetti dalla giornata storta di qualcuno o dal fatto che abbia preso qualche medicina o che sia sotto l'effetto dell'alcol. Ecco questa potrebbe essere un provvedimento serio vietare l'alcol. Basta vedere il mondiale in Qatar dove c'erano molte più restrizioni e in cui infatti non c'è stato nessun episodio increscioso".

L'Italia è razzista?

"No, l'Italia non è assolutamente un paese razzista. È pieno di calciatori di colore che giocano nel campionato italiano e anche nella Nazionale Azzurra. Credo che sia semplicemente quello che abbiamo visto ovvero un problema di alcune persone singole che di tanto in tanto saltano fuori".

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