Settimana di Champions: l'Inter se la vedrà con il Benfica, domani sera, mentre mercoledì andrà in scena il derby italiano fra Napoli e Milan. Cresce l'attesa per capire quanto il Belpaese possa ancora sognare in Europa.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto l'ex centrocampista azzurro Omar El Kaddouri, per parlare dei partenopei. Oggi El Kaddouri gioca in Grecia, al Paok Salonicco
Come stai? Come va questa stagione con il Paok?
"Sono molto felice qua, è la mia sesta stagione. A livello di collettivo, sono state annate molto belle, abbiamo vinto 3 coppe ed un campionato. Quest'anno siamo ancora in corsa per il titolo e giocheremo la finale di coppa. In quello personale ho avuto tanti problemi fisici, che non avevo mai avuto prima. Ma capita, ogni volta torno e aiuto la squadra. Senza stop avrei potuto fare di più, in Grecia forse non hanno mai visto l'El Kaddouri che c'è stato in Italia".
Il Napoli viaggia verso lo Scudetto. Come ti immagini la città in festa?
"Il calcio a Napoli viene vissuto in modo molto caldo, un po' come qui in Grecia, si assomigliano tanto. Solo che se a Salonicco ci sono tre squadre, a Napoli ce n'è solo una. Non riesco ad immaginarmi come potrà essere la festa scudetto. Perché è inimmaginabile. Vorrei esserci, sarò sincero. Per gustarla, il popolo azzurro se lo merita. Questo dovrebbe essere l'anno buono, speriamo".
Cosa ricordi della tua esperienza lì?
"Non ho un ricordo in particolare, sono stati due anni e mezzo molto belli. Il primo è stato un po' più difficile. Nei successivi ho giocato di più, avevo già due anni di esperienza in A, al Torino. Mi sentivo più maturo, anche importante nello spogliatoio. Nelle partite in casa lo stadio era sempre pienissimo. Nell'ultima contro il Frosinone, in cui ci qualificammo per la Champions con il gol da record di Higuain, fu spettacolare".
Pensi che Spalletti possa sognare la Champions?
"Ci sono squadre con più esperienza lì ai quarti. Però con questo sorteggio, dico che sarebbe un peccato se non arrivasse in finale. E' un'occasione che non si presenta spesso, spero che la squadra di Spalletti sarà brava a sfruttarla. Non oso immaginare anche lì i tifosi del Napoli ad assistere la loro squadra in finale di Champions… sarebbe una cosa spettacolare, bellissima per la città intera".
L'esperienza al Torino è stata importante per te?
"Mi porto dietro tantissime cose. A partire da mister Ventura che mi ha insegnato molto, sia a livello calcistico che umano. Un gruppo di giocatori fantastico. Ci qualificammo all'Europa League arrivando poi agli ottavi. Vincemmo un derby dopo 20 anni. Giocavamo un bel calcio, abbiamo riportato il Toro un po' su. Sono orgoglioso dei due anni vissuti lì. Lo porto nel cuore. E mia moglie si è innamorata della città. Chissà, magari un giorno torneremo lì, non so a fare cosa (ride, n.d.r.)".
A giugno che farai?
"Il mio contratto scade ed al momento non ho ancora parlato con la società. Questa stagione è stata molto difficile. Ho avuto un infortunio muscolare all'inizio, poi sono tornato e mi sentivo bene. Nella prima partita dopo la sosta per il Mondiale mi sono rotto il calcagno. Sono stato fuori 10 settimane… Ora penso soprattutto a giocare, poi al contratto ci penseremo a fine anno. Voglio riuscire a giocare e vincere due titoli, sarebbe un traguardo bellissimo dopo quello che siamo riusciti a fare nel 2018/19".
Quale allenatore ti ha lasciato di più?
"Sarri e Ventura sono stati due allenatori con i quali ho imparato tantissimo a livello calcistico. Mi hanno insegnato molto. Qui in Grecia ho lavorato 4 anni con Razvan Lucescu, il figlio di Mircea: con lui ho un rapporto bellissimo, è una persona straordinaria ed un tecnico che ha vinto molto qui ed in Arabia. Cito anche Abel Ferreira, che poi è andato al Palmeiras. Infine Calori al Brescia mi fece crescere. Ogni allenatore mi ha insegnato tanto".
Il giocatore più forte con cui hai giocato?
"Il Pipita, senza dubbio, anche se ho giocato con molti giocatori forti".