Criscitiello: “Milan, la cura ha un solo nome! Ma non a dicembre…”

Nel consueto editoriale del lunedì su Sportitalia.com, il Direttore dell’emittente Michele Criscitiello ha analizzato nel dettaglio la situazione legata al nostro campionato ed alla corsa scudetto, con un approfondimento critico dedicato alla situazione complicata nella quale versa il Milan di Stefano Pioli. Riferimenti anche al cambio di passo dell’Udinese dopo l’esonero di Sottil ed alla stagione della Salernitana.  Di seguito la versione integrale

Analisi Milan: la squadra ha delle lacune evidenti ed oggettive. Riflessione: Pioli è un ottimo allenatore ed è stato un grande traghettatore da “piccolo Milan a grande Milan” ma non può essere il perno del progetto. Ha vinto uno scudetto ed è stato un miracolo sportivo. Obiettivo: mantenere la Champions e rientrare tra le prime 4. Puntare agli ottavi ma serve un miracolo. Cura: chiamare Antonio Conte e bloccarlo per la prossima stagione, farlo salire sul carro a dicembre non avrebbe alcun senso per il progetto. Conte ti porta carisma, autostima e professionalità. Serve la mentalità folle di Conte. Il malato psicopatico che se non vince spacca tutto. Serve la sua grinta, la sua fame per essere più pratici e meno marionette. Riavvolgendo il nastro: dovevi prendere De Zerbi, perfetto per il Milan e figlio del Milan quando era a casa dopo le bombe ucraine e non farlo scappare da Brescia a Brighton. Il Milan è in grande difficoltà perché quando non ha i singoli che te la sbloccano (vedi Leao, Giroud e Theo) fa fatica a costruire. Manca un cervello a centrocampo e in attacco sei sempre prevedibile. Fai paura solo quando si accende Leao che, però, con la sua incostanza diventa un giocatore normale nel lungo periodo. Pioli ha ovviamente le sue colpe ma le colpe le ha chi non ha capito in questi anni che l’allenatore è bravo e capace ed è cresciuto tantissimo ma affidargli un progetto europeo come quello del Milan è troppo. Parliamo di uno che ha vinto scudetto e fatto pochi mesi fa, male, una doppia semifinale di Champions League. Traguardi impensabili se pensiamo al Pioli di Salerno, Bologna o Firenze. La società lungimirante deve capire, in estate, che sa fai la giusta rivoluzione dirigenziale la devi completare anche nel settore tecnico. In privato l’ho detto a qualcuno e mi fu risposto che Pioli non era un problema. Attenzione: non lo è ma lo diventa nel tempo. C’è da fare un’analisi sulla involuzione dei singoli. Troppi calciatori sono peggiorati in pochi mesi, hai un problema serio di infortuni e di condizione atletica. Se fai campionato – Champions e sei il Milan queste cose non puoi subirle ma controllarle. 

L’Udinese vince a San Siro ed è una notizia perché è la prima vittoria in campionato e, se non ricordo male, la sesta di tutto l’anno solare 2023 ma l’altra notizia è che vince meritando e giocando bene dal primo all’ultimo minuto. I segnali si erano visti già domenica scorsa a Monza. Serviva il cambio che in Friuli sto “urlando” da un anno. Il problema di questa squadra ha/aveva un nome e un cognome: Andrea Sottil. Ha vissuto di rendita per tre mesi fatti bene prima del Mondiale, poi le Nazionali sono partite per e forse in valigia hanno messo anche Sottil che è rimasto in Qatar. Con Sottil l’Udinese era spenta, non correva, non sapeva cosa fare e pagava caramente scelte illogiche. La colpa è stata dei miei amici di Udine che lo hanno confermato e gli hanno anche dato 700 mila euro di ingaggio. Nulla contro Sottil ma ci sono le categorie per gli allenatori come ci sono per i calciatori. Sottil è un allenatore da Ascoli, Feralpi, Brescia a 120 mila euro di ingaggio. Se gli dai 700 mila in serie A significa che stai sbagliando valutazione. Alt: l’Udinese di quest’anno non è una squadra di fenomeni. Ti manca la punta perché è infortunata. Molti giovani hanno bisogno di tempo ma i calciatori di ieri sono gli stessi di dieci giorni fa. Oggi corrono, combattono e sanno cosa fare in campo. Non ci voleva Sacchi degli anni ’90 per farli girare ma serviva un 10% di competenza. Detto questo i problemi non sono risolti con la vittoria di Milano e il pareggio di Monza ma almeno hai dato segnali di rinascita. 

Per un Simone che apre la classifica, c’è un Pippo che la chiude. Che errore andare a Salerno. Che errore scegliere la categoria e non la squadra. Gli allenatori non impareranno mai. Inzaghi doveva avere la forza e l’intelligenza di non andare a bruciarsi a Salerno perchè fai la serie A ma aspettare un Palermo (un nome a caso) per fare la serie B. Le cose migliori Inzaghi le ha fatte vedere in B e non è una vergogna o un demerito. Meglio giocare a vincere in B che andare a prendere casi estremi in A. La Salernitana paga gli errori del suo direttore, la megalomania del suo Presidente e adesso pagherà una piazza che inizierà ad insorgere. Inzaghi non era l’uomo giusto per Salerno. Un salto nel vuoto. Ha le qualità per far risalire i granata ma diventa dura pensare ad una scalata verso la salvezza. E se le altre iniziano a correre…. conviene preparare gli ombrelloni ad Amalfi.

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