Dall’Empoli al Genoa: i 51 giorni di crisi della Juventus

Fino almeno allo scorso 26 gennaio, la Juventus rappresentava l’antagonista principale dell’Inter nella corsa allo scudetto. Solo 51 giorni dopo non solo l’Inter è Campione d’Italia in pectore con 17 punti di vantaggio sulla Juve, ma la Vecchia Signora deve guardarsi le spalle dopo essere già stata superata dal  Milan. I bianconeri in questi 51 giorni hanno giocato 8 gare di campionato raccattando la miseria di 7 punti. E, se si allarga lo sguardo alle prima 10 gare del girone di ritorno, i punti totali sono 13: solo 8 squadre hanno fatto peggio e una di queste è la Fiorentina che ha una gara in meno giocata e può pareggiare. Ad aggiungere elementi ad un quadro “tragico” c’è anche la serie incredibile di 7 gare con reti al passivo: un filotto negativo che ha avuto un eguale solo nella stagione di Pirlo allenatore.

Juventus, il baratro è a un centimetro

I numeri non mentono, la Juventus è letteralmente crollata dal pareggio casalingo contro l’Empoli. Quel pari firmato Baldanzi, che ironia della sorte solo quattro giorni dopo è andato via dalla Toscana per approdare a Roma, ha spento le velleità scudetto dei bianconeri. Una serie di risultati negativi messi in fila, perché pure l’unica vittoria di queste 8 gare rientra perfettamente nel concetto di crisi. Perché battere solamente al 95’ un Frosinone in caduta libera è perlomeno grave. Ora se in casa Juventus vogliono evitare un tracollo che minerebbe anche le sorti a medio-lungo termine del club c’è da svoltare. E l’unico uomo che può far cambiare le cose è l’allenatore.

E al tecnico livornese non basta più guardare al bicchiere mezzo pieno, ora servono i punti. Dietro la Juventus, le rivali Roma e Bologna corrono. Non basterà più ad Allegri dire che manca l’esperienza, che non sono state sfruttate le occasioni o che la difesa deve riprendere a funzionare. Servirà di più, anche perché dovrà ritrovare la calma e la lucidità per assumersi le sue responsabilità e rispondere del rendimento della Juventus. E tantomeno basterà trincerarsi dietro l’obiettivo 4° posto, perché il marine su 5^ e 6^ (in caso di posto bonus) di settimana in settimana va riducendosi, sbriciolando il terreno sotto i piedi della Vecchia Signora. Ma l’Allegri nervoso visto oggi sarà in grado di cambiare marcia?

Un calendario terribile

Quella che due mesi fa sembrava quindi una formalità, ora è un incubo. Ora la qualificazione alla Champions League è lontana almeno matematicamente. Alla Juve servirà un finale di campionato degno di nota. Un filotto di vittorie garantirebbe l’approdo alla prossima Champions League, ma dove farle queste vittorie? Anche perché i bianconeri, per quanto orribile nella prestazione, non sono riusciti a prendere l’abbrivio nemmeno dalla vittoria in extremis col Frosinone. Di fronte ad Allegri e ai bianconeri c’è un calendario tremendo.

Alla ripresa la Juve avrà la nuova Lazio di Tudor a Roma, che poi sfiderà pochi giorni dopo in casa per la semifinale di Coppa Italia. Poi un trittico complicato con Fiorentina a Torino, il derby della Mole all’Olimpico Grande Torino e infine il Cagliari, assetato di punti sull’Isola. Poi ancora Lazio in Coppa Italia, Milan in casa, Roma all’Olimpico, per poi chiudere con Salernitana alla terzultima, Monza all’ultima e in mezzo il Bologna al Dall’Ara. Con queste sfide all’orizzonte la Juventus dovrà resistere all’assalto delle inseguitrici e lo dovrà fare con Allegri. Perché nonostante le idee del tecnico, come quella del ritiro, sembrino agitare sé stesso e la squadra, la Juve non ha intenzione di cambiare ora la sua guida tecnica.

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