Un’altra ‘denuncia’ pesantissima getta delle ombre sull’organizzazione dei Giochi di Parigi: ci mancava solo questa
Le Olimpiadi non sono mai state esenti da critiche, ma l’edizione 2024 dei Giochi sarà ricordata, probabilmente, come una delle più problematiche di tutti i tempi. Non fosse altro per il modo in cui si sono esposti gli atleti delle Nazioni in gara, che scoperchiando il vaso di Pandora hanno messo in luce tutte le criticità con cui stanno facendo i conti da quando si è alzato il sipario sulla manifestazione.
Uno fra i primi a farlo è stato l’azzurro Thomas Ceccon, che aveva acceso i riflettori su alcune delle problematiche riscontrate all’interno del Villaggio riservato ai team. Gli ha fatto eco nelle scorse ore Fernando Carpena, presidente della Federazione spagnola di nuoto, che ha aggiunto altri tasselli al quadro, già abbastanza disastroso, delineato qualche giorno fa dal nuotatore azzurro.
Durissimo il suo attacco, nell’ambito del quale ha rilevato che le condizioni in cui sono costretti a vivere gli specialisti delle varie discipline non sarebbero delle migliori. Ha detto che le stanze sono “precarie”, ma si è anche soffermato sulla mensa, parlando delle “file interminabili”. Cose su cui si era già concentrato Ceccon, che non aveva fatto alcun riferimento, invece, in merito ad un’altra questione caldissima.
Caos Olimpiadi, ci mancava solo questa: annuncio improvviso
Carpena si è concentrato, tra le altre cose, sui servizi di trasporto destinati agli atleti, evidenziando che anche in quel caso si sono registrate delle vistosissime “falle” a livello organizzativo.
I trasferimenti dal Villaggio agli impianti, ha raccontato il presidente della Federazione spagnola di nuoto, hanno una durata di 45 minuti a tratta. Che lì per lì non sarebbe un problema, se non fosse che, così pare, gli atleti viaggiano su pullman su cui non c’è l’aria condizionata. E a bordo dei quali, oltretutto, non è neanche garantito il posto a sedere. Non ci si sposta una sola volta al giorno, per cui ogni campione ha affrontato ogni giorno tre ore di viaggio “in condizioni non ideali”, ovvero rimanendo in piedi, per dirla con le parole di Carpena.
Per non parlare, poi, dei bagni in condivisione all’interno del Villaggio, che sottraggono “tempo prezioso” agli esponenti dei vari team in gara. Non le ha mandate a dire, insomma, il leader spagnolo, il solo, tra i personaggi al vertice, ad avere avuto il coraggio di vuotare il sacco e di raccontare tutte le criticità organizzative di Parigi. Nella speranza, magari, che nulla di tutto ciò accada più.