Fabio Fognini, scivolato in 80esima posizione nel ranking ATP, ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera
C’era un tempo, che sembra lontanissimo ma non lo è, in cui un italiano trionfava per la prima volta nel prestigioso Masters 1000 di Monte Carlo. Togliendosi anche la soddisfazione di travolgere con un perentorio 6-4 6-2 un certo Rafa Nadal, il campione che più volte aveva già banchettato sui campi del Country Club dominando le varie edizioni della kermesse sulla Costa Azzurra.
Il talento, quello puro, quello magari non accompagnato dalla forza mentale che invece è il punto di forza di Jannik Sinner, non è mai mancato a Fabio Fognini, uno dei primi tennisti azzurri dell’era moderna a risvegliare sopite passioni per il nobile gioco della racchetta nell’animo degli italiani.
Capace di colpi impossibili e di imprese pazzesche – come quando sconfisse lo stesso Nadal nel 2015 agli Us Open rimontando uno svantaggio di due set a zero – ‘Fogna’ ha toccato il suo best ranking nel luglio del 2019, arrivando alla nona posizione della classifica mondiale. Oggi, a 37 anni, il sanremese ancora lotta sui campi di tutto il mondo per togliersi soddisfazioni magari minori ma che ben fotografano la passione, ancora viva, per il gioco della sua vita: il tennis.
Fognini, confessione a cuore aperto: “Una sofferenza”
Sposato dal 2016 con la campionessa dello Us Open – indimenticabile il titolo vinto nel 2015 nella finale tutta italiana con Roberta Vinci – Flavia Pennetta, il giocatore ligure è padre di tre figli avuti dalla relazione con la brindisina: Federico, l’ultimo nato, Farah, e Flaminia. Di loro, e in generale della difficoltà nello stare lontano dalla famiglia a causa degli impegni nel tour dell’ATP, ha parlato Fognini nel corso di una recente intervista.
“Per me il periodo peggiore è quello tra dicembre e gennaio, quando sono vicino a ricominciare i tornei. Dopo una lunga pausa, le uscite con gli amici, le cene fuori, devo tornare a viaggiare. Mi ammalo sempre quando sto per ripartire. Qualche linea di febbre o un po’ di raffreddore. Mi dico che passerà. È la stessa cosa da dieci anni. Succede perché dopo aver avuto l’occasione di stare a casa, con la mia famiglia e i miei amici, mi sento come se facessi parte di un’altra vita“, ha ammesso il talentuoso tennista.
“Mi ricordo quando il mio primo figlio aveva otto mesi e Flavia ed io eravamo a Miami per la off-season. È stato un periodo fantastico. Quando stavo per imbarcarmi per l’Australia ho cominciato a piangere come un bambino. Non riuscivo a lasciarli“, ha infine ammesso Fabio in un momento di intima confessione delle sue naturali debolezze di padre/ marito.