Tre gare, nessun podio e una crescente frustrazione che si respira a Maranello. La stagione 2025 della Ferrari è cominciata con più ombre che luci, e dopo i primi tre Gran Premi – Melbourne, Shanghai e Suzuka – il verdetto è chiaro.
McLaren e Red Bull viaggiano su un altro pianeta. A Melbourne, le Rosse avevano dato segnali incoraggianti in qualifica, ma si sono poi perse in gara, tradite da scelte strategiche poco incisive e un passo gara non all’altezza dei top team. Peggio è andata a Shanghai, dove una doppia squalifica per irregolarità tecniche ha cancellato ogni possibilità di analisi sportiva. Un danno d’immagine che pesa. L’ultimo GP, quello di Suzuka, ha mostrato una Ferrari più solida, ma ancora troppo lontana dall’élite.

Charles Leclerc ha chiuso quarto, senza mai impensierire il podio, mentre Lewis Hamilton, alle prese con un adattamento più complesso del previsto, ha chiuso settimo, alle spalle del compagno e anche del giovane Kimi Antonelli. Il paragone con le McLaren di Norris e Piastri – entrambe stabilmente davanti – è impietoso. Il distacco resta vicino ai tre decimi al giro, un abisso nella Formula 1 moderna. A Maranello si sperava in un inizio diverso. I correttivi arriveranno con gli aggiornamenti previsti in primavera, ma intanto la concorrenza scappa. E il sogno mondiale, almeno per ora, resta un’illusione, proprio come nei primi tempi di Schumacher sulla monoposto del Cavallino Rampante.
La Bild distrugge la Ferrari: “Un cetriolo rosso”
La Ferrari SF-25 è già diventata un caso internazionale. Non servono giri di parole: la monoposto di Maranelo, dopo appena tre gare, è finita nel mirino della stampa estera e soprattutto della Bild, che l’ha paragonata senza mezzi termini alla famigerata F310, la prima “Ferrari del fallimento” di Michael Schumacher nel 1996. Un tempo la definirono “il cetriolo rosso”, oggi il soprannome è tornato prepotente per bollare le deludenti prestazioni della nuova vettura del Cavallino. E in effetti i numeri parlano chiaro: 35 punti complessivi raccolti tra Leclerc e Hamilton, una doppia squalifica indecorosa a Shanghai, un quarto posto come miglior risultato e, al netto della vittoria nella Sprint, una costanza che manca del tutto.

Il monegasco lo ha detto chiaramente: in Giappone ha fatto tutto il possibile, ma quel quarto posto è un segnale più d’allarme che di fiducia. Il sogno iridato di Hamilton sembra già svanito e la vettura non è all’altezza delle aspettative, tanto meno dei proclami di inizio anno. Mentre Vasseur prova a deviare la pressione verso la stampa, il malumore cresce. Gli aggiornamenti sono attesi come l’ultima ancora di salvezza. Ma intanto, il paragone con la “Ferrari-cetriolo” pesa come un macigno.






