Il duplice crollo dell’Inter, tra Bologna e Derby di Coppa Italia, potrebbe lecitamente aprire ai pensieri più nefasti rispetto alla fase conclusiva della stagione. Un’annata che sembrava poter avere le pieghe della leggenda, e che nel giro di tre giorni ha fatto naufragare uno degli obiettivi stagionali e complicato seppur in maniera rimediabile la corsa allo Scudetto.
Una premessa necessaria ed inevitabile, ma che non deve cambiare il giudizio nei confronti del valore di quanto costruito sino a questo momento da Inzaghi e dai calciatori a sua disposizione. La scelta di non mettere da parte una competizione per conservare maggiori energie per le altre è sintomatico di una mentalità rivolta al pensare in grande, che di fatto ha rappresentato in toto le consegne della società che più di ogni altra componente trarrà giovamento (economico) dalla stagione nerazzurra a prescindere da quello che sarà il raccolto di fine anno.

Chi festeggia è l’altra parte della città meneghina, in estasi per la prospettiva di poter portare a casa ben due trofei al termine di un cammino da dimenticare, ma che sull’albo d’oro passerebbe presto nel dimenticatoio funzionando piuttosto da propellente per ciò che riserverà il futuro del Milan.
A questo proposito, resta una parvenza di rimpianto. Tra le valutazioni più sbagliate da parte della catena di comando rossonera, c’è stata quella sull’eroe di Coppa Luka Jovic. In troppe circostanze un attaccante passato senza lasciare traccia, ma non per caso, perfino dal Real Madrid, è stato valutato alla stregua di un inutile peso economico sul monte ingaggi da scaricare al miglior offerente. La sensazione concreta è che al momento il serbo rappresenti un finalizzatore affidabile ed un attaccante che se accompagnato dalla giusta dose di fiducia possa addirittura riuscire ad esaltarsi accompagnando con classe il gioco del resto della squadra. Delittuoso non dargli nemmeno una possibilità prima di aprile. Chi arriverà e sarà chiamato a decidere, certamente ne dovrà tenere conto.

In casa Juventus si continua a programmare un futuro che possa essere più competitivo rispetto al passato recente, a maggior ragione dopo la sconfitta di Parma. A prescindere dall’esito della rincorsa Champions, i bianconeri valuteranno con grande interesse alla prospettiva di cambiare guida tecnica per iniziare un ciclo diverso a partire dall’estate. È noto che il profilo di Antonio Conte sarebbe quello prediletto, così come è altrettanto evidente che la strada per potervisi accostare è la più impervia rispetto ad ogni altra possibile alternativa. Il contratto con il Napoli e con De Laurentiis parla chiaro. Ad ogni modo, i contatti in chiave mercato procedono nella programmazione della costruzione della nuova rosa, senza escludere la prospettiva di investimenti di primo piano, perseguibili in caso di partecipazione alla massima competizione continentale. L’apprezzamento nei confronti di Sandro Tonali lo abbiamo sdoganato già lo scorso gennaio, e per quanto possa essere complicato ed oneroso provare a concretizzarlo i bianconeri lo valuteranno con grande attenzione, ed il suo procuratore Beppe Riso era presente al Tardini di Parma. Il restyling sarà totale anche in attacco, con l’uscita di Vlahovic e con i discorsi sottotraccia che hanno coinvolto già mesi addietro sia il sogno Osimhen che il corteggiatissimo Lookman ormai al termine del suo ciclo atalantino. Altro profilo seguito da vicino è quello di Lucca, destinato a cambiare maglia in estate dopo avere flirtato con un possibile cambio di maglia nel mese di gennaio. Seguiranno altre puntate, ma la rivoluzione a tinte bianconere è già molto più di un semplice pensiero di inizio primavera.