In un’intervista rilasciata a Rmc Sport, il responsabile dell’area tecnica della Roma Florent Ghisolfi ha parlato del suo ruolo in giallorosso, tra presente, passato e futuro.
Il futuro corre veloce a Roma, al tramonto di una stagione vorticosa, all’alba di un’annata che vuole camminare su basi decisamente più solide. Rivalutando anche, se necessario, figure cardine della struttura societaria. In questo contesto si inserisce e si valuta l’operato di Florent Ghisolfi, il responsabile dell’area tecnica giallorossi.
Finora il suo lavoro sul mercato non ha dato i frutti sperati, anche quelli dell’ultima sessione, dal rendimento altalenante o spesso inutilizzati. In un’intervista rilasciata a Rmc Sport Ghisolfi ha provato a chiarire il perimetro del suo ruolo in società, concentrandosi sul presente e sul futuro della Roma, con un accenno doveroso anche a ciò che è stato finora. “Sono stato accolto molto bene a Roma, anche se a volte le richieste sono un po’ folli. Se il mio lavoro non sarà all’altezza me ne andrò, ma voglio dimostrare di essere in grado di strutturare il club. Oggi tante cose non si vedono, ma spero che diano presto i frutti”.

“Non sono stato sorpreso della chiamata della Roma”, prosegue nell’intervista a Rmc Sport. “Ho avuto una serie di contatti con alcuni ottimi club, è la prova che sono riuscito a ottenere buoni risultati negli ultimi sei anni. I club oggi lavorano molto con i dati e la Roma è un club che non si può rifiutare. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma non ci ho pensato su. Siamo qui per fare grandi esperienze. Quello che mi piace è costruire e realizzare. La cosa di cui sono più orgoglioso nei miei progetti precedenti è che, una volta andato via, il club ha continuato a funzionare. Il nostro lavoro è a medio termine. Anche a Roma stiamo cercando di costruire un’organizzazione forte. Ma se riuscirò a fare dieci anni a Roma sarò l’uomo più felice del mondo”.