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La sua carriera, il Milan e la finale di Coppa Italia: intervista esclusiva a João Félix

Gli inizi in Portogallo per arrivare ai grandi salti, fino all’ultimo, quello al Milan. João Félix, attaccante rossonero, si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Sportitalia.

Milan, L’esultanza di Joao Felix e Santi Gimenez contro l’Empoli
Milan, L’esultanza di Joao Felix e Santi Gimenez contro l’Empoli nella 24^ giornata (Fonte: Sportitalia TV)

Joao Felix, intervista esclusiva

Ciao Joao, benvenuto. Tu hai iniziato in un club che si chiamava “Os Pestinhas” di Viseu, una storia molto particolare, facevi tante ore di viaggio per andare a giocare nel Porto. Raccontaci qualcosa della tua infanzia.

“Sì, “Os Pestinhas” era il settore giovanile per Tondela, che sta in Serie B in Portogallo e quest’anno verrà promosso. Giocavo lì, se non sbaglio quando avevo otto anni, e quando il Porto mi acquistò, facevo il viaggio da Viseu, la mia città, a Oporto quasi tutti i giorni, anche nei fine settimana. Mi portavano mio papà e mia mamma: io andavo agli allenamenti e poi tornavo sempre a casa.

E tu all’epoca già pensavi magari di vestire la maglia del Milan un giorno?

“Quando siamo bambini, guardiamo sempre tanto calcio in TV o su YouTube eccetera. E chiaramente il Milan salta sempre fuori, guardando video di ex giocatori del Milan. Sappiamo tutti che il Milan è una delle migliori squadre del mondo, con più storia, una delle squadre con più Champions League vinte al mondo. E lì si vede la grandezza del club e chiaramente qualsiasi bambino sognava di giocare per il Milan, perché il Milan, come il Barcellona o il Real Madrid, fanno parte di quel gruppo di élite.

Ce l’hai detto anche quando sei arrivato, che uno dei tuoi idoli era Ricardo Kakà: cosa ha significato per te?

“Quando ho iniziato a guardare il calcio e a capirlo, Kakà era il nome che mi piaceva di più guardare. Credo di aver visto quasi tutti i suoi highlights, e lo ricordo sempre con affetto nella mia infanzia, perché lo seguivo tanto”.

E poi sei arrivato qua, a gennaio. Ho visto su Instagram che ti sei ambientato bene, che fai delle passeggiate, in bicicletta o sul lago, col tuo cagnolino Floki. Come ti trovi in Italia e a Milano?

“Mi piace molto l’Italia, mi sta piacendo molto. Ora abbiamo avuto due giorni liberi e ne ho approfittato per vedere un po’ dell’Italia con i miei amici e la mia famiglia e mi ha incantato, davvero. Finora non posso veramente trovare nulla di male da dire su questo Paese, mi piace tanto qui”.

Ti ha voluto qua fortemente l’allenatore Sergio Conceiçao, una persona che conosci da tanto tempo perché giocavi anche con suo figlio Rodrigo. Ti ricordi che una volta avete anche litigato in un Porto-Benfica?

“Sì, era una sfida che col Benfica avevamo vinto 2-1 in casa del Porto e da secondi li avevamo sorpassati al primo posto. E lo sappiamo com’è lui, stava arrabbiato e non mi volle dare la mano. Però sono cose di calcio, chi lo conosce lo capisce bene. Quando la partita finisce è tutta un’altra cosa”.

E poi, com’è andato avanti il vostro rapporto?

“Bene! Dopo quell’episodio sono in estate sono stato in vacanza a casa sua. Lui come nessun’altro vive tantissimo il calcio. Sono cose che passano!”

Tu hai giocato nel Benfica, nell’Atletico, nel Barcellona, nel Chelsea… ma qual è la squadra dove hai lasciato il cuore?

“Ovviamente nel Benfica, perché è dove ho iniziato. Però anche il Barcellona, perché come ho detto prima era un mio sogno d’infanzia giocare lì. Anche nell’Atletico e nel Chelsea ho avuto bei momenti, sono grato a tutti i club in cui hanno giocato. Mi hanno fatto crescere, mi hanno fatto conoscere, quindi sono grato a tutti loro, per questo non è facile sceglierne uno solo”.

Però è vero che il Milan ha qualcosa in più, qualcosa di speciale, la “camiseta, Milanello…

“Certo, il Milan è un club storico, dello stesso livello di Barcellona, Real Madrid, Manchester United, che anche se non sta attraversando un buon momento resta una big del passato. E il Milan sta in questo gruppo: ovviamente è importante e diverso giocare qua, perché la responsabilità è molto grande”.

A Milano hai ritrovato Rafa Leao: avete la stessa età, giocavate nella stessa città, ma lui allo Sporting e tu al Benfica. Ti ricordi la prima volta che l’hai conosciuto?

“Non abbiamo mai giocato contro quando ero al Benfica, in prima squadra, solo nel settore giovanile. Ci siamo conosciuti invece nella Nazionale Under 21 per la prima volta. Mi ricordo invece una partita under 17, che se avessimo vinto la partita contro lo Sporting saremmo stati campioni. E invece vinsero loro e Rafa fece uno o due gol mi pare. Quel giorno me lo ricordo perfettamente, perché abbiamo perso il campionato: è stata quella la prima volta che ho sentito parlare di Rafa Leao”.

Qui sei diventato anche amico di Theo Hernandez…

“Sì, l’ho conosciuto qui, non ci eravamo mai incontrati prima. La verità è che una bravissima persona, vado molto d’accordo con lui, è super divertente. Condividiamo un sacco di cose che ci piacciono. Ovviamente gli ho chiesto com’è il Milan e mi ha raccontato meraviglie di questo club, sta tanto bene qua”.

Tra 15 giorni c’è la finale di Coppa Italia: è una partita che state vivendo con grande attesa nello spogliatoio?

“L’importante è vivere giorno dopo giorno, partita dopo partita, ma è chiaro che abbiamo in testa la finale di Coppa anche perché ci qualificherebbe per l’Europa League, visto che tramite il campionato è un po’ difficile. Però ora abbiamo il Genoa, è importante vincere queste partite prima della finale, in modo da arrivare ben preparati e con fiducia per vincere il trofeo”.

Tu non hai mai segnato in una finale vero? 

“Io? No, non credo!”

Sei pronto? Ti senti pronto per dare il tuo contribuito?

“Lavoro sempre per essere preparato, qualsiasi sia il momento, che sia la finale di Coppa o la partita contro l’ultima in classifica. Quello che succederà, succederà. E speriamo di vincere!”

Ti piace questo gruppo di ragazzi al Milan?

“Sì, molto. E’ una squadra di bellissime persone. Non posso nominarne uno con cui mi trovo male, perché sono tutte persone splendide, abbiamo un grande gruppo. E se continuiamo così, con buoni risultati e buone vittorie, concentrati, possiamo raggiungere grandi traguardi”.

Cosa vuoi dire ai tifosi in vista della finale?

“Che ci appoggino tanto, abbiamo bisogno di voi! Parte del nostro calcio dipende anche da voi. Vi aspettiamo lì e speriamo di festeggiare insieme a voi”.

Intervista a cura di Francesco Letizia

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