Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale Italiana, vuota il sacco e dice tutto durante la trasmissione “Cinque minuti” di Bruno Vespa. Uno dei temi caldi è sicuramente il rapporto con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis dopo la vittoria dello Scudetto: “Nessuna città sa essere così felice e così malinconica come Napoli e averne visto la felicità è qualcosa che mi porterò sempre dietro. Con De Laurentiis però ho avuto un rapporto conflittuale: avrei preferito avesse più umanità nei miei confronti visto l’impegno che avevo messo. Da quando non lavoriamo più insieme comunque non ci siamo mai più sentiti“.

Un altro tema citato dall’ex allenatore della Roma è sicuramente Francesco Totti. “Con Totti mi piaceva pensare che il mio destino fosse affidato alle qualità e ai piedi magici di questo campione: quando ci siamo chiariti comunque due precisazioni dovevo dargliele ma ormai resteremo super amici. C’è stato un blackout di qualche minuto che ha incasinato le cose tra di noi, ma io ho sempre fatto tutto in funzione dei risultati della Roma, mai niente di personale contro qualcuno”.

A tutto Spalletti: il retroscena su Icardi nella sua autobiografia
Ne “Il Paradiso esiste… ma quanta fatica”, il nuovo libro di Luciano Spalletti, autobiografia del commissario tecnico della nazionale c’è un passaggio dedicato all’Inter. “Il passaggio veramente critico all’Inter fu quando Wanda Nara, la moglie del capitano, andò a dire in televisione cose che non avrebbe dovuto dire contro i compagni di squadra di Mauro.È vero che era il suo procuratore, però era anche sua moglie. Fu devastante. La mattina successiva furono diversi i calciatori a venire nel mio ufficio a parlarmi di questa vicenda. La debolezza del nostro capitano si chiamava Wanda e rischiava di portare a fondo tutto il gruppo.

E questo non potevo tollerarlo. Mauro in quel momento stava attraversando un momento calcisticamente difficile, le cose non giravano come avrebbe voluto. Non riusciva a segnare come faceva di solito. Lei disse che, se si voleva che Icardi facesse più gol, bisognava acquistare giocatori che lo aiutassero a farli. C’era un solo modo per evitare una guerra nello spogliatoio: le scuse di Mauro Icardi. Non arrivarono mai. Il giorno dopo chiesi al capitano, davanti a tutti i compagni, di spiegare le parole di Wanda Nara. Di giustificarle in qualche modo. Era impossibile gestire la situazione. Non c’era verso. Dovetti dirgli due cose, togliergli la fascia di capitano e darla ad Handanovic. Il consenso della società c’era, ma era silente”.