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Paura Sinner, ormai è un vero incubo: coinvolta la Paolini

Jannik Sinner è tornato in campo, ma qualcosa o qualcuno continua a far parlare di lui, e stavolta c’entra anche Jasmine Paolini.

Il rientro di un campione, si sa, dovrebbe essere un momento di festa. Un ritorno carico di attese, di energia, e di quella voglia di rivincita che solo chi ha conosciuto lo stop forzato può comprendere davvero.

Jannik Sinner ritorno
Jannik Sinner le parole di Paolini e quello spevaneto che non passa (Foto IG @ janniksin – sportitalia.it)

Però, nel caso di Jannik Sinner, il ritorno in campo dopo la sospensione non ha portato solo applausi. Al contrario, ha scatenato un’onda di tensione che sembrava già alle spalle e che invece, senza preavviso, è riemersa in modo imprevisto.

Jannik Sinner e Jasmine Paolini, le parole della donna piene di spavento

In questo contesto è saltato fuori il nome di Jasmine Paolini. No, non per uno scandalo nuovo, sia chiaro. Ma perché anche lei, che di tennis ne mastica parecchio, ha deciso di dire la sua, prendendo una posizione netta in difesa di Jannik. Infatti, dietro alla squalifica di Sinner, c’è ancora una cortina di ambiguità che molti faticano a comprendere. Ufficialmente, si è parlato di una violazione legata a contaminazione alimentare.

Una di quelle situazioni-limite dove un atleta può essere colpito per qualcosa che nemmeno ha scelto consapevolmente. Ed è proprio qui che si inserisce la dichiarazione di Jasmine Paolini, che ha deciso di uscire allo scoperto con parole che non lasciano spazio a troppi dubbi. “Quello che è successo a Jannik è profondamente ingiusto”, ha detto senza giri di parole, toccando un nervo scoperto dell’intero sistema.

“Lui si è trovato in mezzo a una situazione tricky”, ha aggiunto, usando proprio questo termine in inglese, che rende bene l’idea di quanto fosse complesso districarsi. Tricky, ovvero intricato, difficile, quasi impossibile da affrontare con lucidità. In effetti, anche chi ha seguito la vicenda più da vicino non è riuscito a trovare una logica lineare in tutta questa storia. La sospensione, alla fine, è arrivata. Ed è durata tre mesi. Tre mesi lunghissimi, in cui Sinner è stato costretto a stare lontano dai campi e dalla competizione, mentre intorno a lui il rumore mediatico cresceva, tra dubbi, teorie e inevitabili sospetti.

Jasmine Paolini su Sinner
Jasmine Paolini la tennista azzurra parla della squalifica di Sinner (Foto IG @jasmine_paolini – sportitalia.it)

Paolini ha voluto mettere i puntini sulle i anche su un altro aspetto, forse il più inquietante. “Noi siamo soggetti a controlli antidoping praticamente tutto l’anno”, ha spiegato, “ma le contaminazioni spaventano”. E come darle torto. Vivere con l’ansia che un integratore, un alimento o persino un contatto accidentale possano compromettere una carriera è qualcosa che mina la serenità mentale di qualsiasi atleta. E in un mondo dove ogni dettaglio conta, dove ogni preparazione è calibrata al millimetro, l’imprevedibilità diventa una minaccia concreta.

Resta l’ingiustizia e quella sensazione di spavento

Senza ombra di dubbio, la solidarietà mostrata da Paolini ha avuto un impatto. Non solo perché arriva da una collega di spessore, ma perché offre una visione dall’interno, una prospettiva autentica che aiuta a comprendere quanto fragile sia l’equilibrio su cui si regge la vita di un tennista professionista. Non basta il talento. Non basta la dedizione. Serve anche un pizzico di fortuna per evitare che un incidente esterno diventi una macchia difficile da cancellare.

Ora che Jannik Sinner è tornato a calcare i campi, resta da vedere se riuscirà a scrollarsi di dosso tutta questa tensione. Il pubblico lo ama, questo è chiaro. I compagni e le compagne del circuito, a quanto pare, anche. Però le polemiche non sembrano intenzionate a svanire in fretta. Forse perché, al di là del merito, resta quella sensazione di ingiustizia, di qualcosa che non è stato gestito con la dovuta trasparenza.

E finché non si farà piena chiarezza, ogni partita di Sinner avrà un’eco che va ben oltre il risultato. Il tennis è fatto di colpi, strategia e resistenza. Ma in certe fasi, serve anche la forza di restare in piedi quando il gioco si fa sporco. E in questo, Jannik, ha già dimostrato di saper lottare.

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