Matteo Berrettini torna protagonista agli Internazionali di Roma, per lui si parla di top 10, scossa nel mondo del tennis.
Roma ha un’aria diversa quando Matteo Berrettini è in campo. Si sente, si percepisce tra gli spalti del Foro Italico, si legge negli occhi di chi, dopo mesi di attese, lo vede finalmente tornare a competere ad alti livelli.

matberrettini – sportitalia.it)
Non è solo un tennista italiano che gioca nel torneo di casa, è molto di più. Berrettini è un simbolo di resistenza, un esempio concreto di come si possa cadere, più volte, ma scegliere ogni volta di rialzarsi.
Matteo Berrettini: subito parole di elogio per lui
Il suo ritorno agli Internazionali d’Italia non è solo una notizia sportiva. È un racconto umano che continua a scrivere pagine vere, intense, talvolta faticose. In un mondo che dimentica in fretta, dove gli atleti vengono spesso ridotti a numeri e ranking, Matteo è rimasto qualcosa di diverso. E lo si capisce anche da come parlano di lui i colleghi. L’ultima dimostrazione arriva da Casper Ruud, suo avversario in campo, che dopo il match non ha voluto soffermarsi solo sul risultato, ma ha speso parole che hanno colpito per sincerità e rispetto. “È una gioia per il Tour rivedere Matteo, una persona che ha subito molte battute d’arresto sia dentro che fuori dal campo negli ultimi tre anni. Sappiamo che senza infortuni ha il potenziale per diventare di nuovo un top 10.”
Parole che non suonano come una cortesia di rito, ma come un riconoscimento autentico a un avversario che, più che mai, sta lottando per recuperare la propria identità tennistica. E che, in una stagione segnata ancora da ricadute fisiche e dubbi, ha scelto di tornare a Roma con il coraggio di chi non vuole arrendersi. Berrettini è apparso motivato, concentrato, e soprattutto lucido nel gestire ogni fase del match. Il tennista italiano nella top ten non è una chimera irraggiungibile e sarebbe un bello scossono per la classifica. Il tennis c’è, il servizio è tornato quello pesante e preciso dei giorni migliori, e anche fisicamente il romano sembra più solido.

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Però è inutile nasconderlo: il percorso è ancora pieno di incognite. Gli ultimi tre anni sono stati un’altalena continua, tra stop forzati, operazioni, ricadute e momenti difficili anche fuori dal campo. Non è stato facile convivere con le aspettative, con il peso di una popolarità esplosa all’improvviso e poi messa a dura prova dalle assenze prolungate. Eppure, Matteo non si è mai tirato indietro. Ha scelto di esporsi, di non nascondere le fragilità, e forse anche per questo ha conquistato un posto speciale nel cuore dei tifosi.
Il pubblico romano lo ha accolto con un calore che raramente si riserva a qualcuno che non sia reduce da successi recenti. Perché in fondo, il legame tra Berrettini e Roma va oltre la classifica. È un rapporto fatto di appartenenza, di identità, di quell’orgoglio tutto italiano che vibra ogni volta che un nostro atleta si rimette in gioco dopo una caduta. E adesso, dopo le parole di Ruud, quel ritorno assume ancora più valore. Perché quando un avversario riconosce il tuo spessore umano prima ancora che sportivo, vuol dire che qualcosa di importante è stato seminato.
Berrettini adesso guarda avanti, senza troppe dichiarazioni e con la consueta compostezza. Sente che sta tornando quello che era. Magari non sarà un rientro lampo, forse ci vorrà ancora tempo per ritrovare il top della condizione e la continuità necessaria per competere ai vertici. Però lo spirito è quello giusto, l’ambiente è quello ideale e il tennis – finalmente – è di nuovo lì, dove deve stare. In campo, nelle sue mani.
Roma, nel frattempo, lo applaude. E tutto il Tour, come ha detto Ruud, non può che esserne felice. Perché Berrettini non è solo un giocatore da top 10. È una storia che vale la pena continuare a raccontare.