Ci sono momenti in cui lo sport smette di essere protagonista per meriti agonistici e finisce sotto i riflettori per vicende ben più oscure.
È quanto accaduto recentemente in Indonesia, dove uno scandalo clamoroso ha scosso la comunità sportiva locale e internazionale. Un atleta straniero, attivo nel massimo campionato nazionale, è stato arrestato con accuse pesantissime, legate al traffico di sostanze stupefacenti. Il caso ha immediatamente avuto risalto mediatico non solo per la gravità del reato contestato, ma anche per il contesto in cui si è verificato: l’Indonesia, infatti, è nota per le sue leggi antidroga tra le più rigide al mondo.

Nel Paese del Sud-est asiatico, anche piccoli quantitativi di droga possono tradursi in pene detentive durissime. Nei casi più gravi, la giustizia prevede l’ergastolo o addirittura la pena di morte, anche per i cittadini stranieri. Basti pensare che nel braccio della morte indonesiano si trovano attualmente oltre 500 persone, la maggior parte condannate per reati legati agli stupefacenti. Le esecuzioni non sono solo un’eventualità teorica: l’ultima, che ha coinvolto anche tre stranieri, risale al 2016. In questo contesto drammatico si inserisce una vicenda che ha ben poco a che vedere con il parquet dei campi da basket.
Choc nel basket, arrestato Jarred Shaw
L’atleta in questione è Jarred Shaw, 34enne americano originario del Texas, attualmente sotto custodia della polizia indonesiana. Il cestista, che militava nei Tangerang Hawks della Indonesian Basketball League, è stato arrestato lo scorso 7 maggio con l’accusa di aver ricevuto un pacco contenente 132 caramelle alla marijuana provenienti dalla Thailandia. Il pacco, intercettato dalla dogana dell’aeroporto Soekarno-Hatta di Giacarta, ha fatto scattare un blitz delle forze dell’ordine nell’abitazione del giocatore, dove è stato rinvenuto il carico incriminato. Secondo le autorità locali, il peso complessivo della sostanza sarebbe di 869 grammi. Durante l’interrogatorio, Shaw avrebbe ammesso l’intenzione di condividere le caramelle con altri giocatori. La reazione della federazione cestistica non si è fatta attendere: squalifica a vita e licenziamento immediato dal club. Ma la vera preoccupazione riguarda il processo imminente, che potrebbe concludersi con una condanna all’ergastolo o, nel peggiore dei casi, alla pena capitale.

L’arresto è stato reso pubblico con una conferenza stampa spettacolare: Shaw, in tuta da detenuto, manette ai polsi e mascherina sul volto, non ha rilasciato dichiarazioni. Le immagini del suo arresto, mentre grida “aiuto, aiuto!”, hanno fatto il giro del mondo, lasciando un senso di sgomento. La polizia indonesiana ha infine dichiarato di voler proseguire le indagini per smantellare la presunta rete di traffico internazionale a cui Shaw potrebbe essere collegato. Un caso che getta un’ombra lunga sul mondo dello sport e apre interrogativi inquietanti sulla fragilità umana dietro l’apparenza dell’atleta.