È un clima pazzesco, un entusiasmo disarmante per quanto coinvolgente, quello che sta accompagnando il Napoli al quarto Scudetto della sua storia. Un tricolore targato Antonio Conte, e dunque una gioia con la consapevolezza agrodolce di un addio che si potrebbe materializzare in maniera quasi contemporanea all’esplosione della passione di cui sopra. L’exit strategy parte da lontano, del resto, esattamente dal momento in cui la Juventus prese la decisione di esonerare a stagione in corso Thiago Motta per assegnare a Tudor la scalata al quarto posto. A prescindere dall’esito della stagione, già da marzo appariva chiaro che i bianconeri avrebbero voluto le mani libere in estate per intraprendere un nuovo corso, e che proprio Antonio Conte sarebbe stato il profilo ideale e preferito per provare a farlo. Ci siamo, ed ora arriverà il “difficile”: sedersi al tavolo con De Laurentiis e comprendere l’effettiva fattibilità di portare a termine questo disegno. In mezzo un dialogo diretto tra l’allenatore ed il Presidente dei partenopei per valutare se vi siano o meno le opportunità di rilanciare con un’altra stagione nella piazza che tra qualche ora è pronta ad eleggerlo come idolo incontrastato ed imperituro. Qualunque sia l’esito della vicenda. La sensazione è che almeno una delle due parti, la sua decisione l’abbia già presa da un po’.

Per una piazza che gode ce n’è un’altra che si strugge. È stufa ed è pronta a contestare. Si tratta del Milan, che dovrà fare fronte all’ennesima dimostrazione di dissenso da parte dei suoi tifosi prima dell’ultima partita di una stagione da dimenticare sotto tutti i punti di vista. Il primo barlume di normalità e di coerenza il club rossonero cercherà di darlo attraverso la scelta del suo Direttore Sportivo. Una decisione presa nei primi giorni di questa settimana e che verrà definita una volta che si andrà a verificare l’ultimo decisivo faccia a faccia tra il prescelto Igli Tare e l’AD rossonero Giorgio Furlani.
L’accordo verbale è totale ed assoluto da qualche settimana, a stagione conclusa dovrebbe arrivare anche quella firma che metterebbe al riparo da ulteriori colpi di scena.
Anche perché le premesse che accompagnano alla sessione di mercato imminente non sembrano particolarmente confortanti, vista la trattativa avviata con il Manchester City per la possibile e sempre più concreta cessione di Reijnders alla corte di Guardiola. Il maxi incasso che ne deriverebbe dovrà essere utilizzato con intelligenza e visione, ma finalmente il compito sarà messo nelle mani di un professionista del settore. Firme permettendo. Da questo nodo in poi partirà il programma successivo, da dispiegarsi dopo la scelta di un allenatore che i rossoneri non hanno ancora concretamente scelto e contattato. Si parte in ritardo, è vero, ma può confortare il fatto che un anno fa di questi tempi i rossoneri la decisione l’avevano già presa. E fu una decisione sbagliata.

Ancora presto per disegnare i confini di quella che sarà la rosa, di conseguenza, anche se in alcuni casi (Ricci su tutti) parte del lavoro è stata impostata da mesi. E poi c’è da scongiurare il rischio di troppe partenze eccellenti. La volontà di base è quella di ripartire ancora da Rafa Leao, tanto per intenderci, mentre per chi ha un contratto in scadenza e non rinnovato come Theo Hernandez, in mancanza di evoluzioni, le porte saranno aperte.