Il circuito di Imola è molto più di un tracciato per chi vive il motorsport. È un simbolo, un pezzo di storia che rievoca grandi imprese e nomi leggendari.
Tra questi, nessuno più di Michael Schumacher ha saputo imprimere il proprio marchio sulle curve dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Con ben 7 vittorie sul tracciato emiliano-romagnolo e una lunga serie di prestazioni memorabili, Schumi ha reso Imola sinonimo della sua epopea con la Ferrari. E proprio su questo circuito, lo scorso weekend, Max Verstappen ha raggiunto un altro dei suoi traguardi simbolici: il 116° podio in carriera, eguagliando proprio il record del sette volte campione del mondo.

Nel confronto con quella stagione d’oro ferrarista, l’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello ha inevitabilmente acceso paragoni e aspettative. L’inizio, tuttavia, non è stato all’altezza del mito. Nonostante la grande attesa per il debutto casalingo a Imola, l’ex pilota Mercedes ha faticato in qualifica e non è riuscito a conquistare il podio, chiudendo comunque con una buona quarta posizione dopo una gara in rimonta. Ma se nei risultati Hamilton è ancora lontano dal rendere come ci si aspettava, fuori dalla pista ha già fatto qualcosa che neppure Schumacher aveva mai fatto.
Hamilton batte Schumacher, Villeneuve: “Schumi non lo aveva mai fatto”
A sottolinearlo è stato Jacques Villeneuve, uno che non ha mai avuto problemi a parlare chiaro. Intervenuto su Sky Sports F1 nel weekend del Gran Premio dell’Emilia Romagna, il campione del mondo 1997 ha lodato Hamilton per un gesto semplice ma significativo: l’utilizzo dell’italiano durante l’intervista pre-gara davanti al pubblico di Imola. Non ricordo Schumacher fare una cosa del genere. Andare lì, mettersi a parlare in italiano. Lo ha fatto Vettel, ma dopo molte gare. Hamilton era solo alla settima corsa ed è già lì che ringrazia i tifosi nella loro lingua – ha spiegato Villeneuve. Il suo accento non era nemmeno male – ha aggiunto poi sorridendo.

Un elogio che va oltre la prestazione in pista e che evidenzia un aspetto spesso sottovalutato: la connessione con il pubblico. Per un pilota straniero, sforzarsi di parlare la lingua del team e dei tifosi è un gesto di rispetto, di appartenenza, e Villeneuve non ha mancato di sottolinearne il valore. “È raro che un anglofono impari una lingua straniera. Ma Lewis ci sta provando. E questo, per i tifosi della Ferrari, vale tanto quanto una pole position”, ha concluso. In attesa di conquistare il primo podio in rosso, forse già a Monza, Hamilton ha comunque già segnato un punto importante. Non nella classifica mondiale, ma in quella del cuore dei tifosi. E questo, alla lunga, potrebbe fare la differenza.