Dopo aver centrato l’obiettivo Champions League con una vittoria fondamentale sul Nottingham Forest, il Chelsea si prepara ad affrontare il Real Betis nella finale di UEFA Conference League. L’appuntamento di mercoledì sera in Polonia rappresenta non solo un’opportunità per sollevare il primo trofeo dell’era BlueCo, ma anche un’occasione per dare ulteriore credibilità al nuovo corso avviato da Enzo Maresca.
Il Chelsea in Conference: un percorso dominato con leggerezza
Dalla fase preliminare contro il Servette fino alle semifinali, il Chelsea ha affrontato il torneo senza troppi affanni. Giocatori dell’accademia e seconde linee hanno garantito risultati contro avversari meno attrezzati. Addirittura ha inserito l’asso Cole Palmer solamente per la fase ad eliminazione diretta. La Conference League si è trasformata così in un banco di prova utile ma poco stressante per una squadra abituata a ben altri palcoscenici europei e con una rosa extralarge pronta per affrontare anche più di quattro competizioni.
Una vittoria che consoliderebbe un progetto
Tornare in Champions League è stato un passo essenziale per legittimare il piano strategico della nuova proprietà: puntare su giovani talenti con contratti lunghi e incentivi. Ma concludere la stagione con un trofeo – per quanto minore – aggiungerebbe slancio e visibilità a un progetto ancora in costruzione. Mourinho fece lo stesso nel 2005 con la Coppa di Lega. Maresca, oggi, potrebbe seguire un percorso simile.
Pellegrini e Betis, un ostacolo non banale
Il Real Betis arriva alla sua prima finale europea con entusiasmo e qualità. Guidato da Manuel Pellegrini, mentore dello stesso Maresca ai tempi del West Ham, il club spagnolo può contare sull’esperienza di veterani come Isco e su un Antony in ottima forma. L’ambizione c’è, nonostante il gap economico.
Per il Chelsea, vincere significherebbe diventare il primo club inglese ad aver conquistato tutte le competizioni UEFA, nonché il primo in Europa ad avere anche la Conference in bacheca oltre a Champions, Europa League/Coppa UEFA, Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. Per il Betis, invece, sarebbe un trionfo storico. In palio non c’è solo un trofeo, ma un messaggio forte per il futuro.