Marek Hamsik è uno dei primi tifosi del Napoli. È una leggenda del club azzurro, è stato capitano per tanti anni ma non è mai riuscito a sollevare lo Scudetto, impresa riuscita due volte in tre anni a Giovanni Di Lorenzo, attuale capitano azzurro. Il 5 luglio, a due anni dall’effettivo ritiro, Marek Hamsik uscirà ufficialmente di scena, lo farà a Bratislava, in una partita che vorrà essere una festa. Finisce un Hamsik, il giocatore più forte persino della scaramanzia che è andato in giro con la 17, e ricomincia Hamsik, un allenatore che poi deciderà cosa fare da grande.
Il simbolo di un’epoca
Hamsik non è stato solo il centrocampista che tutti hanno ammirato per le sue qualità tecniche. È stato un leader silenzioso, un capitano autentico. Rifiutò il Milan, l’Inter e perfino la Juventus: “Confermo, fui cercato dal Milan… Non posso smentire l’Inter… La Juve ci provò”. Ma lui scelse Napoli. Anche ora, da ex, resta sotto giuramento: “Non conosco la bugia, semmai ometto”. Ha vissuto momenti unici: “Sono fiero di quello che sono riuscito a ottenere. I primi a vincere la Coppa Italia dopo Maradona”. E quel sogno mai diventato realtà: “Avremmo voluto lo scudetto, ci siamo andati vicini. Ha deciso per noi il destino”.
Il futuro in panchina e un’eredità indelebile
Ora Hamsik guarda avanti. “Ho fatto il supercorso, ho studiato… mi ha preso la passione”. La 17 potrebbe passare a McTominay o De Bruyne: “Io sto tre gradini sotto di lui… ma adoro i centrocampisti che vanno in porta”. Il cuore però resta a Napoli, come confermato anche da De Laurentiis: “Mi ha detto che le porte del Napoli per me sono sempre aperte”. Con Lavezzi e Cavani formò un tridente indimenticabile: “Uomini che nel loro piccolo hanno scritto qualche capitolo della storia del Napoli”. Un uomo felice, fedele, grato. E con un cuore azzurro, per sempre.