Per Pecco Bagnaia la stagione si sta trasformando in un incubo e la Ducati sembra ormai pronta a guardare oltre.
Non è solo una questione di numeri o di classifiche. A volte la sensazione di aver perso la bussola arriva prima ancora dei risultati. E nel caso di Pecco Bagnaia, questa stagione sta prendendo la forma di una discesa ripida e dolorosa, nella quale ogni weekend sembra aggiungere un altro peso sulle spalle già cariche di aspettative e frustrazione.

A Silverstone, lo scenario ha toccato un nuovo punto critico, forse il più amaro fino ad ora. Il Gran Premio inglese doveva rappresentare una possibile svolta, o perlomeno un’occasione per ritrovare fiducia. E invece è stato l’ennesimo colpo al cuore di una stagione che sembra non voler decollare.
Pecco Bagnaia e Ducati siamo ai titoli di coda
Tutto si è consumato al quarto giro, quando Bagnaia, partito male e costretto a rimontare dalla tredicesima posizione, ha perso il controllo della sua Ducati. Un attimo, un errore, e l’anteriore che scappa via. Poi la ghiaia, l’inevitabile caduta e il ritiro immediato. L’immagine del torinese che si alza sconsolato e rientra ai box con lo sguardo vuoto è una sintesi perfetta del momento che sta vivendo.
“Il weekend peggiore per la moto”, ha detto a caldo. Parole che non lasciano spazio a interpretazioni. Bagnaia non sta bene, almeno non in sella. Il problema non è fisico, ma tecnico, emotivo, mentale. Perché il talento non è mai stato in discussione.

Lo sa lui, lo sa la squadra, lo sanno i tifosi. Però il feeling con la Desmosedici è sparito, quasi dissolto, e ogni tentativo di ritrovarlo finora è andato a vuoto. Il pilota ha parlato chiaro: “So quanto valgo, ma la soluzione al problema sembra molto lontana”. Una dichiarazione che pesa, e non solo per chi deve analizzare i dati nel box Ducati.
Infatti, a Borgo Panigale iniziano a farsi i conti. L’attesa si è già trasformata in preoccupazione, e ora comincia a diventare anche strategia. Perché la MotoGP non aspetta nessuno, nemmeno chi ha vinto. Il tempo stringe e le alternative non mancano. Marquez incombe, altri giovani scalpitano, e l’idea che Pecco possa essere messo in discussione non è più un tabù. Anche perché, al di là dell’affetto e della riconoscenza, l’obiettivo resta vincere.
L’ultima speranza si chiama 9 giugno, data cerchiata in rosso per i test. Sarà lì che si capirà se c’è ancora una strada per uscire dal tunnel o se, invece, sarà il momento di cambiare rotta. Senza ombra di dubbio, servirà qualcosa di più di una giornata positiva. Servirà una scossa. E forse anche un miracolo.