Nel mondo del motorsport, ci sono nomi che resistono al tempo, scolpiti nella memoria collettiva non solo per i successi ottenuti in pista, ma per il valore umano che rappresentano.
Alex Zanardi è senza dubbio uno di questi. Campione, uomo e simbolo per molti giovani, Zanardi ha saputo trasformare il dolore più profondo in un esempio universale di forza. Dalla Formula 1 alla CART, fino alla rinascita come atleta paralimpico dopo il tragico incidente del 2001, la sua storia è diventata leggenda. L’apice della sua carriera motoristica è legato a doppio filo al team Chip Ganassi Racing, con cui ha dominato la scena americana della fine degli anni ’90, vincendo due titoli consecutivi nel 1997 e nel 1998. Le sue celebrazioni a “donuts” al termine delle gare e la capacità di guidare al limite con cuore e testa sono rimaste nella storia.
Ma il destino non è stato clemente: dopo anni di battaglie e trionfi anche nelle paralimpiadi, un nuovo, terribile incidente nel 2020 ha segnato nuovamente la sua esistenza. La sua figura, tuttavia, continua a ispirare il paddock, i fan e una nuova generazione di piloti. Ed è proprio nel solco tracciato da leggende come Zanardi che si inserisce il nome di un altro Alex, stavolta Palou, recentemente celebrato da colui che fu anche mentore dello stesso Zanardi.
Chip Ganassi scarica Zanardi: “Palou il migliore”
Dopo il trionfo nella recente edizione della Indy 500, Chip Ganassi non ha avuto dubbi: Alex Palou è “il miglior pilota” che abbia mai avuto. Un’affermazione forte, che arriva da un uomo che ha visto passare nel suo team campioni del calibro di Juan Pablo Montoya, Scott Dixon, Jimmy Vasser e, appunto, Alex Zanardi. Ma secondo Ganassi, il talento dello spagnolo è unico, capace di coniugare velocità, intelligenza tattica e una calma in gara che ricorda i più grandi.

La vittoria di Palou all’Indianapolis 500, il più iconico evento dell’automobilismo americano, non è stata solo una conferma del suo valore, ma anche una dimostrazione di maturità agonistica. Per Ganassi, che dopo una lunga attesa tornava a trionfare a Indy dopo dieci anni, si è trattato di un successo simbolico. Palou ha qualcosa che pochi altri hanno avuto – ha dichiarato il team principal – una consapevolezza dei propri mezzi e un modo di approcciare la corsa che lo rendono speciale.
Il percorso di Palou è stato costellato da progressi costanti: già campione IndyCar nel 2021, lo spagnolo ha continuato a crescere, diventando pilastro del team e punto di riferimento dell’intero campionato. Il sostegno pubblico di Ganassi rappresenta non solo un tributo personale, ma anche la definitiva consacrazione di Palou nell’élite del motorsport mondiale.
Con gli occhi del paddock ora puntati su di lui, e una carriera ancora tutta da scrivere, Alex Palou è pronto a raccogliere l’eredità di quei giganti – come Zanardi – che hanno fatto la storia della scuderia Ganassi. E nel suo sguardo determinato c’è tutta l’ambizione di chi, a soli 27 anni, è già considerato il migliore.