Il Roland Garros 2025 ha aperto il sipario sulle sue prime giornate regalando subito colpi di scena che non lasciano spazio all’indifferenza.
La competizione parigina, come spesso accade, non fa sconti e mette a dura prova anche i protagonisti più attesi, costretti a confrontarsi non solo con avversari agguerriti, ma soprattutto con un calendario sempre più serrato e fisicamente logorante. E così, appena dopo il via, è già tempo di bilanci amari per alcuni dei grandi nomi. Tra le sorprese più eclatanti, l’eliminazione di Daniil Medvedev, costretto a salutare la competizione già al primo turno. Una débâcle che ha colpito il pubblico francese, ancora incredulo di fronte all’uscita così prematura di uno dei favoriti della vigilia.

Ma la disfatta del russo non è stata l’unica nota dolente. Anche un altro volto noto del circuito, che ha calcato più volte il palcoscenico finale a Parigi, ha dovuto fare i conti con il proprio corpo più che con l’avversario di turno. In un tennis che concede sempre meno pause, la gestione delle forze fisiche diventa cruciale. Il calendario impone continui spostamenti, adattamenti a superfici diverse e pressioni da ranking che rendono ogni torneo una tappa decisiva. È in questo contesto che anche i più preparati possono crollare, come dimostra la vicenda che ha coinvolto Casper Ruud, reduce da un buon periodo sulla terra battuta europea ma costretto a fermarsi sul più bello.
Sconfitta e polemica per Ruud: “Siamo costretti a giocare”
Proprio Casper Ruud, due volte finalista al Roland Garros, è stato protagonista di una delle eliminazioni più inattese del torneo. Il norvegese ha ceduto al secondo turno per mano del portoghese Nuno Borges, subendo una sconfitta netta con il punteggio di 2-6, 6-4, 6-1, 6-0. Ma a pesare sull’esito del match non è stata tanto la qualità dell’avversario, quanto le condizioni fisiche precarie con cui Ruud ha dovuto scendere in campo. In conferenza stampa, l’ex numero 2 del mondo ha raccontato di convivere da due settimane con un dolore al ginocchio sinistro: “Gestibile in allenamento ma peggiora in partita perché è difficile controllare i movimenti a questo livello di intensità”. L’infortunio risale già a Monte Carlo, e sebbene le prime analisi non abbiano rilevato danni strutturali, l’infiammazione ha continuato a crescere, costringendolo a fare ricorso a antinfiammatori e antidolorifici.

Ma Ruud non si è limitato alla cronaca clinica. Il norvegese ha voluto puntare il dito contro il sistema: “Affrontare un problema come questo è complicato perché sei costretto a giocare certi tornei, e se ti prendi una pausa, le conseguenze per la tua classifica sono fatali. Questi mesi sono fondamentali per la stagione e ci sono penalità pesanti se salti i tornei, sia sportivamente che finanziariamente”. Un attacco diretto all’ATP, colpevole – secondo Ruud – di non tutelare a sufficienza la salute degli atleti: “Sei costretto a competere, anche se sei infortunato. Il che non credo sia molto giusto. Spero solo di potermi riposare e di smettere di prendere antidolorifici”.