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Musetti, preoccupazione enorme: non può mentire

Lorenzo Musetti si è lasciato andare a parole sincere in conferenza stampa, rivelando tutta la sua preoccupazione per un momento no.

C’è stato un momento, durante la conferenza stampa, in cui lo sguardo di Lorenzo Musetti ha detto molto più delle sue parole. Nessun accenno immediato al campo, nessun riferimento a un avversario o a un torneo in corso.

Preoccupazione Musetti
Lorenzo Musetti preoccupato non lo nasconde in conferenza stampa (Foto IG @lore_musetti
– sportitalia.it)

Qualcosa aleggiava nell’aria, qualcosa che lo toccava profondamente, anche se inizialmente non è stato chiaro a cosa si riferisse. La voce, in certi passaggi, si è fatta più seria. E il tono, inusualmente riflessivo, ha lasciato intendere che dietro quelle parole c’era una preoccupazione che andava oltre la racchetta e il campo in terra rossa.

Cosa ha detto Musetti in conferenza stampa

Musetti, che conosciamo bene per il suo talento cristallino e per il suo stile elegante, è uno di quei giocatori che non si nascondono. Quando c’è da parlare, lo fa con sincerità. E infatti, senza troppi giri di parole, ha ammesso che il momento non è dei più semplici. Si è detto preoccupato, teso, quasi come se dentro di lui si stesse combattendo una battaglia invisibile. E non si trattava solo di tennis. In effetti, dopo qualche minuto, il quadro si è fatto più chiaro. Musetti non ha parlato solo da tennista, ma anche da tifoso, da juventino.

Musetti sulla Juventus
Musetti parla della Juventus e si dice preoccupato (Foto IG @lore_musetti
– sportitalia.it)

Già, perché Lorenzo Musetti, classe 2002, cresciuto a Carrara ma juventino dentro fin da bambino, ha voluto spendere qualche parola anche sulla sua squadra del cuore. La Juventus, in questo momento, non vive affatto un periodo sereno. E lui, come tanti tifosi, sente tutto il peso dell’incertezza che aleggia intorno al club. “È stata una stagione complicata, inutile girarci intorno”, ha detto con uno sguardo che raccontava più di mille analisi. E come dargli torto?

In effetti, tra l’addio di Motta a stagione in corso, le tensioni interne e le voci di ristrutturazione societaria ancora in divenire, è difficile avere certezze. La Juventus che conoscevamo, quella solida, spietata, compatta, sembra essersi smarrita in un limbo fatto di transizioni e scelte ancora da prendere. E per chi, come Musetti, è cresciuto con quella Juve che vinceva e convinceva, è un colpo al cuore. Però, nonostante tutto, non si tira indietro. “Come ogni buon juventino, siamo qui fino alla fine a sostenere la squadra”, ha aggiunto con un sorriso amaro ma fiero.

Le sue parole hanno fatto il giro del web, non tanto per la parte tecnica della conferenza, quanto per quell’autenticità rara che spesso manca nello sport moderno. Perché Musetti non ha solo parlato di sport, ha parlato di appartenenza. E in un momento in cui anche i simboli sembrano traballare, questo conta più di quanto sembri.

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