Mi occupo di Juve ed è stata una settimana assurda: ne parliamo. Prima però è giusto fare un passaggio sull’Inter e su un giocatore della nazionale azzurra. La squadra di Inzaghi si è consegnata al PSG giocando la peggiore partita possibile: aveva meritato la finale di Champions League, ma ha perso male l’occasione per rendere omaggio alla sua stagione, dopo aver perso aver mancato Supercoppa, Coppa Italia e scudetto. Andrà al Mondiale per Club, ma la rosa va rivista perché il ciclo è da rinnovare prima che si chiuda: aver giocato due finali in tre anni indica il livello tenuto dai nerazzurri. Il trofeo l’ha vinto invece Donnarumma: complimenti!

Menomale che Tudor aveva chiesto semplicemente chiarezza, di non andare al Mondiale per Club se non fosse stato confermato sulla panchina della Juve nella prossima stagione. Il club non avrebbe potuto fare peggio per fargli ritrovare uno scenario ancora più assurdo una settimana dopo: l’allenatore comincerà la settimana dirigendo la preparazione verso la spedizione negli Stati Uniti non solo senza certezza sul futuro, ma anche senza il suo unico rifermento dirigenziale che in questi mesi è stato Giuntoli. Era stato proprio il dirigente a convincere il tecnico a ritrattare la sua posizione, riallineandosi al contratto stipulato due mesi fa.

Giuntoli è fuori: glielo ha comunicato personalmente John Elkann il mattino dopo della spedizione del direttore tecnico a Spalato, dove aveva concordato con Tudor alcune tracce di mercato per la sessione straordinaria che comincia oggi. La Juve ora è nelle mani di Damien Comolli, uomo navigato e innovatore che ha lasciato la presidenza del Tolosa per riorganizzare la Continassa, potendo contare su Giorgio Chiellini che sarà più centrale nello sviluppo del nuovo ciclo bianconero. Le prime mosse sembrano però da falsa partenza: la nuova Juve, prima ha sperato nell’arrivo di Conte, poi ha tentato di ripiegare su Gasperini; ora non si sa.
Nomi per la panchina? Tanti. Alcuni proposti, altri messi in giro per fare un po’ di pubblicità o fare semplicemente una cortesia a qualche agente che tornerà utile per sfilare delle notizia durante il mercato in estate. Mentre Comolli, che forse qualche riserva l’avrebbe avuta pure su Conte, ha detto in una telefonata a Gasperini che sarebbe stato valutato insieme alla possibilità di trattenere Tudor: la Roma, come il Napoli con Conte, ha presentato un progetto fatto e finito nei tempi giusti; la Juve, invece, sta ancora facendo le ultime valutazioni su alcune figure dirigenziali di grande valore strategico. Ed è clamorosamente in ritardo su tutto.

In un’estate come le altre, un momento di transizione come questo sarebbe stato assorbito diversamente. Ma con un Mondiale da giocare e il mercato straordinario da oggi aperto per i club che vi partecipano, appare quantomeno paradossale che la Juve non abbia un direttore sportivo che fa il mercato. E neanche – ad oggi – un dirigente che possa arrestare con autorevolezza le voci attorno a tutto e a tutti, limitando la confusione che Tudor avrebbe voluto evitare “perché è giusto anche per la società”. Intanto, per la carica di direttore sportivo è spuntato Diego Lopez, reduce da un’avventura al Lens, ma resiste anche l’ipotesi Ricky Massara.
A capo dell’area scouting dovrebbe tornare Matteo Tognozzi, che ha la stima di tutto l’ambiente ma nel Granada si era portato avanti in carriera da direttore sportivo. Comolli vuole vederci chiaro sulla struttura e studiarla a fondo, prima di rivoluzionarla del tutto: così, pur volendo allineare le attività del settore giovanile alla prima squadra, il responsabile delle Youth a Vinovo sarà ancora Michele Sbravati, l’unico degli uomini di fiducia di Giuntoli a salvare la posizione nel club. La Juve sarà costretta a cambiare in Primavera: Magnanelli ha deciso di seguire Allegri al Milan rientrando nel suo staff, l’Under 20 resterà in mano a Padoin.
Nelle prossime ore arriveranno le ufficialità e le prime conseguenze alle decisioni di Elkann. Partendo, ovviamente, dall’esonero di Giuntoli (che chiuderà nel modo migliore il suo rapporto con la Juve) e dall’arrivo di Comolli. Che dovrà fare in fretta a riorganizzare tutte le aree interne, introducendo il comparto che ha già sperimentato e collaudato al Tolosa per lo studio dei numeri per fare le scelte migliori. Comolli arriva in Italia un anno dopo i rumors che lo accostavano al Milan: lì c’era logica, perché lavorava nel circuito di Cardinale. La nuova Juve sarà invece frutto di un processo di cambiamento ancora abbastanza ignoto. Chi vivrà, vedrà.