Lewis Hamilton sbotta in Formula 1: “Non ha senso”, le sue parole scuotono il paddock e dividono gli addetti ai lavori.
In un mondo ultra-competitivo come quello della Formula 1, ogni dettaglio può diventare motivo di discussione, ogni variazione può sollevare dubbi, e ogni dichiarazione di un campione può trasformarsi in un terremoto mediatico.

E se il campione in questione si chiama Lewis Hamilton, allora l’eco si fa immediatamente planetaria. A Barcellona, in un weekend già carico di tensioni per le prestazioni altalenanti di alcuni team, sono bastate poche frasi del pilota britannico per accendere una polemica che, senza ombra di dubbio, farà discutere ancora a lungo.
Ecco perché Hamilton ha sbottato
Hamilton, che oggi veste i colori Ferrari in una delle stagioni più discusse della sua carriera, non ha digerito affatto l’introduzione dei nuovi limiti alla flessibilità dell’ala anteriore. Una modifica regolamentare fortemente voluta dalla FIA e che, secondo molti, avrebbe dovuto riequilibrare la competitività tra le scuderie. In particolare, si pensava potesse colpire la McLaren, sospettata da più parti di sfruttare una certa “elasticità tecnica” per ottenere un vantaggio aerodinamico. Però, a giudicare da quanto visto in pista, non è cambiato nulla. E Lewis lo ha detto senza troppi giri di parole.

“Le ali di tutti continuano a piegarsi. Si arriva solo a metà della flessione e tutti hanno dovuto costruire nuove ali e spendere per realizzarle. Sarebbe stato meglio devolvere quei soldi in beneficenza”, ha dichiarato Hamilton dopo la gara, con un tono che ha lasciato poco spazio all’interpretazione. Il riferimento è chiaro: secondo lui, le nuove regole non solo non hanno portato a un reale cambiamento tecnico, ma hanno anche rappresentato uno spreco di risorse in una Formula 1 che, a parole, punta alla sostenibilità e all’efficienza. Il pilota poi ha parlato dello spreco di soldi che tutti i team devono fare per queste modifiche dicendo: “Non ha senso. Sarebbe stato meglio devolverli in beneficenza”.
Il suo sfogo ha fatto rapidamente il giro del paddock, dividendo opinioni e alimentando un dibattito che non si esaurirà facilmente. Perché quando un sette volte campione del mondo parla, il silenzio non è mai un’opzione. E in questo caso, il punto non è solo tecnico, ma anche politico. Hamilton ha toccato un nervo scoperto, quello di un regolamento sempre più complesso, che spesso obbliga le squadre a investire milioni per adeguarsi a norme che, poi, si rivelano inefficaci.
In tutto questo, resta la questione Ferrari. Il team italiano, che puntava molto su questo aggiornamento regolamentare per ricucire il gap con i rivali, si è ritrovato invece al punto di partenza. E con un Hamilton sempre più critico, il segnale che arriva da Maranello è chiaro: servono soluzioni vere, non palliativi.
La Formula 1 è fatta di numeri, strategie e regolamenti. Però, a volte, bastano le parole giuste – o le parole dure – per riportare tutto al centro del dibattito. E Lewis Hamilton, anche questa volta, ha colpito nel segno.