L’attaccante del Milan, Santi Giménez ha rilasciato una intervista a GQ México: diversi i temi trattati da El Bebote arrivato in rossonero a gennaio dal Feyenoord dove ha collezionato 5 gol e 2 assist in 14 presenze in Serie A.
IL MILAN E IBRA – “Ovviamente io non mi pongo limiti e non ho limiti. Semplicemente non bisogna guardare indietro. L’incontro con Ibra? Sì, è entrato con la maglia del Milan e me l’ha data. C’era scritto ‘Giménez’, con il numero 7. È stata un’esperienza bellissima. Il Milan è un club che ha vinto sette Champions e non so quante altre coppe, tantissime. E’ uno dei club più importanti della storia e i tifosi sono abituati a vincere. Non si accontentano del secondo posto. Immagina ora.. è una situazione molto complicata per il Milan. Ma quella è la misura con cui i tifosi del Milan ti giudicano. Essere campione o essere campione, e questa responsabilità ti fa diventare un vincente. Ti contagia, la gente ti contagia. La prossima stagione è semplicemente questo: pensare a vincere lo scudetto”.
CRITICHE – “Mentalità? Nel Milan mi hanno spiegato ogni singola regola. Vogliono che siamo professionisti dentro e fuori dal campo. Critiche e social? Sono umano e vedo i social, ma non mi toccano. Non mi rendono triste, né felice, né mi fanno ridere. Semplicemente continuo per la mia strada. Se hai chiaro il tuo obiettivo e la tua missione a lungo termine, quello che succede attorno a te non conta”.
LA VITA A MILANO – “Ogni volta che possiamo, usciamo a esplorare un po’ i dintorni della città. Lo facevamo anche in Olanda. Ci piace molto camminare, prendere un caffè e tutto quel genere di cose. E ci siamo resi conto che qui bisogna darsi una svegliata con il modo di vestirsi, perché altrimenti ti squadrano da capo a piedi”.