Luciano Spalletti, CT della Nazionale, a margine della conferenza stampa a fine gara contro la Moldova, ha parlato anche di altri temi.
Queste le sue parole: “Spero che a quelli che rifiutano la Nazionale ci sia qualcuno che gli dice che in Nazionale non non tornano più. Io in quella risposta lì mi sarà comportato anche male, ma poi c’è stato anche un dialogo telefonico. Gli ho chiesto scusa (ad Acerbi, ndr) e lui mi ha detto: ‘Mister, se mi dice così è tutto ok…’ Quindi la situazione è questa. E’ vero che prima me ne ero privato, ma perché volevo dar forza a Calafiori, a Buongiorno, si stava preparando Leoni. Sono convinto che anche altri avrebbero fatto questa scelta. Ho detto ‘Quanti anni ha’ proprio facendo i conti in vista del prossimo Mondiale.
Acerbi sul finale di stagione è stato il migliore di tutti e io devo per forza assorbire ciò che il campionato mi detta, questa cosa qui un po’ mi ha spiazzato perché poi avevo portato anche qualcuno in più ma poi a livello fisico siamo logori, ciucciati… Così diventa difficile se non hai muscoli né gambe. Tonali va sempre, ha un nervo quasi da africano, ma ora è così. Quasi tutti. Avrò fatto delle scelte sbagliate e poi probabilmente siamo stati sfortunati che ci è toccata subito la Norvegia in trasferta. Se fai ora due partite di quelle più abbordabili e dopo ci vai a giocare a settembre sarebbe stata una cosa diversa. Detto ciò, non l’ho allenata bene. Poca roba”.

Ancora Spalletti
E’ una Nazionale marginalizzata dal sistema calcio? Può dare dei suggerimenti: “Anche negli altri campionati si comportano così, non lo so… Non lo so. Mi sento di fare un discorso tecnico: ci vogliono gambe feline e muscoli africani, nervi di quelli dell’uno contro uno. Ci vuole questa gente qui perché quando trovi quello che fa la guerra, quell’altro che ha resistenza e corsa diventa difficile. Dobbiamo privilegiare i giocatori che fanno l’uno contro uno. Io ho anche telefonato a Chiesa ma non ha mai giocato. Zaccagni stava male, mi ha chiesto di restare a casa… Zaniolo non gioca più. Però questi da uno contro uno andrebbero messi per regola, tutte le squadre ne devono avere due così perché nel calcio sono quelli che sbaragliano, che fanno la differenza”.
E’ davvero diverso fare il CT e l’allenatore: “Non lo so, mi hanno sempre abituato al fatto che devo trovare la soluzione. Se accetti di allenare la Nazionale come ho fatto io, poi devi trovare la soluzione. Non puoi nasconderti dietro al fatto che hai pochi giocatori, cominci a trovare gli alibi. Ho fatto male e per certi versi è giusto che io vada a casa. Però non do le dimissioni perché penso di poter fare meglio. Ma se mi viene detto che non sono più quello giusto, allora firmo la risoluzione. Ho lasciato la Nazionale come quando l’ho trovata, tale e quale”.