Damien Comolli, nuovo direttore generale della Juventus, è stato ufficialmente presentato alla stampa.
Le dichiarazioni di Comolli
“Non posso parlare in italiano, ma lo capisco bene. È un privilegio per me essere il direttore generale della Juventus, sono cresciuto guardando questo club soprattutto per i grandi calciatori e per l’organizzazione sempre vincente. La Juventus è sempre stato un modello, ho sempre ammirato questo club e mi ricordo quando venivo al Delle Alpi da scout. Ho apprezzato moltissimo la cultura della Juventus.
Voglio confermare che Tudor sarà il nostro allenatore per la prossima stagione. Ho già chiarito questo a lui e stiamo lavorando insieme. Siamo un grandissimo club e ci sono tante speculazioni, ma voglio ribadire che Tudor rimarrà il nostro allenatore. Voglio parlare anche del ruolo Chiellini, sarà anche il direttore tecnico e lavoreremo a stretto contatto dal punto di vista calcistico e commerciale”.
Anche il ruolo del fratello sarà fondamentale. Io e Giorgio passeremo dal calcio al commerciale e stiamo collaborando molto bene insieme. Chiellini non si occuperà del mercato. Inoltre vorrei assumere due persone: un direttore sportivo per i trasferimenti e con un occhio sulle nostre giovanili. Poi un direttore tecnico. Abbiamo parlato tanto con la società e pensiamo che questa possa essere la struttura migliore per noi, ho ben chiaro in testo chi potrà essere la persona giusta per questo ruolo. È un processo, ma non vogliamo prendere decisione affrettate. Vogliamo prenderci del tempo per queste due posizioni.”
Quarto punto, voglio annunciare che abbiamo trovato un accordo con il Psg per Kolo Muani che giocherà il Mondiale per Club con noi. Non abbiamo trovato un accordo per la prossima stagione, ma sono ottimista di poterlo raggiungere, perchè il Psg non ha chiuso la porta e Kolo Muani vuole restare con noi.
Le sue emozioni?
“Grande entusiasmo. Quando ero un bambino il mio idolo era Platini, ho sempre sognato di diventare un allenatore e mi piace Trapattoni. Non posso dirvi di esser sempre stato un tifoso della Juventus, ma ho sempre seguito questo club. La squadra sta rientrando al completo e non vedo l’ora di incontrare tutti. Penso di aver un’idea su cosa possa dare questa società”.
Cosa vi ha convinti di Tudor?
“Quando era al Marsiglia ci ha battuto due volte. L’intensità e la tenuta fisica e mentale che ha tenuto il suo Marsiglia mi aveva colpito, lì ha fatto una lavoro eccezionale”.
Le sue priorità?
“La prima volta che ho incontrato la società mi ha chiesto cosa volessi ottenere, farò tutto il possibile per vincere. Alla Juventus per andare avanti devi provare a vincere trofei, poi nel calcio ci sono gli imprevisti e non possiamo controllare tutto. Però quello che possiamo controllare dobbiamo farlo al 100%. La mia ossessione sarà quella di vincere e voglio trasmettere questa passione in tutto il club. Sulla struttura penso di avervi già detto tante cose soprattutto sul doppio ruolo: direttore sportivo e direttore tecnico. Molte società stanno attuando questa struttura, il calcio sta diventando sempre più complicato”.
I dirigenti arriveranno prima del Mondiale per Club? Ci sarà spazio anche per Riccardo Pecini considerando che avete collaborato tante volte in passato?
“È sicuramente un grande amico, ho molto rispetto per il lavoro che ha sempre fatto. Quando era alla Sampdoria ha fatto un lavoro eccezionale, ma non è un opzione per la Juve. Siamo buoni amici, so che posso rivolgermi a lui se ho bisogno di qualcosa e viceversa, ma no. Al Tottenham mi ha suggerito di prendere Modric. Quei due ruoli sono di alto profilo, c’è un processo che vogliamo portare avanti. Penso di farlo entro la fine del mercato, ma dobbiamo rispettare le tempistiche di questo processo di reclutamento”.
Vlahovic è in partenza? Ha pensato a un suo sostituto?
“Ci ho parlato e voglio capire cosa voglia fare. Lui è un top player e qualcosa in questa stagione non ha funzionato, devo parlare con il calciatore e capire. Lui è un top player e dobbiamo capire anche le sue intenzioni dal punto di vista contrattuale. Quando capirò tutte queste cose sarò in grado di decidere”.
Sui suoi metodi?
“Lavoro con i dati da 25 anni. Quando una società si rivolge a me, perché si aspettano che possa portare questa mia esperienza con i dati. Sono nella posizione di poterlo usare. Noi siamo pagati per dare emozioni, i nostri fan devono avere il più alto livello di emozioni. Noi però non dobbiamo prendere decisioni di pancia, dobbiamo essere razionali. Tutti ormai analizzano i dati, noi li utilizzeremo e ci aiuteranno per misurare la forza della nostra squadra in Europa. Ci aiuteranno nella nostra strategia, questi potranno aiutarci per prevenire anche gli infortuni. I dati fanno parte della mia vita e so come funzionano. I campionato inglesi sono tutti basati sui dati e noi lo metteremo in pratica”.
Le squadre giovanili dovranno avere come modello la prima squadra? Quante c’è in lei del modello Moneyball?
“Ho sempre voluto create una cultura nella prima squadra e anche nel femminile, l’identità è importante. Noi creiamo emozione, ma dentro a tutto questo ci sono identità e feeling. Questo arriva attraverso le vittorie, il gioco e la metodologia. Questo è difficile ma non impossibile. Il modello Ajax non è tra i miei preferiti, ma noi vogliamo attuare una nostra metodologia e medio-lungo termine. Modello moneyball? Non so se sia stato romanzato o una storia della stampa. Io so cosa abbiamo fatto. Abbiamo reso razionale un modello irrazionale. Cerchiamo di essere razionali e creare emozioni. Il signore del moneyball è un mio amico e ho parlato con lui. Volevo capire come avere un diverso approccio sul reclutamento e il suo modello è stato molto utile”.
Una sua percezione del sistema calcio in Italia?
“Quando sono entrato in questo club mi sono posto due obiettivi: vincere e migliorare il club. Ho sempre lavorato per migliorare il calcio in ogni paese in cui ho lavorato. Il mio primo obiettivo è quello di far vincere la Juve, ma voglio anche aiutare il calcio italiano. Se la Juventus farà bene potrà aiutare tutto il calcio italiano. Io voglio aiutare il calcio italiano attraverso la Juventus”.
Cosa serve alla Juventus per vincere?
“Vedrete la mia faccia spesso in questa stagione. Abbiamo parlato con Tudor, Chiellini e Scanavino. Noi abbiamo un’idea su come cambiare la rosa. Faremo degli aggiustamenti, ma non faremo dei cambiamenti radicali”.