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“Una vergogna”: scoppia il caso dopo Sinner-Alcaraz

Sinner perde la finale del Roland Garros contro Alcaraz, ma la vera polemica esplode sugli spalti del Philippe-Chatrier.

Non è solo una questione di sport. A volte quello che accade attorno al campo riesce a oscurare perfino lo spettacolo tecnico e fisico di due atleti che si stanno giocando tutto. Ed è proprio quello che sta succedendo dopo la finale maschile più lunga della storia del Roland Garros, conclusa con la vittoria sofferta e meritata di Carlos Alcaraz su Jannik Sinner.

Finale Sinner Roland Garros
Scoppia la polemica sulla finale del Roland Garros, si grida alla vergogna (Foto IG @rolandgarros – sportitalia.it)

Una partita combattuta, intensa, a tratti commovente per il livello raggiunto dai due giovani campioni. Però qualcosa, anzi più di qualcosa, non è andato come doveva. Nel corso del match, mentre i punti si rincorrevano e l’equilibrio si spostava da una parte all’altra, in molti hanno cominciato ad accorgersi di un’atmosfera strana, quasi tossica.

E’ polemica dopo la finale. Una vergogna esclamano in molti

Non era solo tensione sportiva. C’era altro. Infatti, mentre Sinner lottava punto su punto, il pubblico del Philippe-Chatrier sembrava aver deciso da che parte stare, senza nemmeno provare a mantenere una parvenza di neutralità. E fin qui, si potrebbe anche chiudere un occhio: il tennis non è mai stato del tutto immune dal tifo partigiano. Però in questo caso il limite è stato ampiamente superato.

Sinner polemiche social
Scandaloso quanto ha dovuto subire Sinner al Roland Garros durante la finale (Foto IG @rolandgarros – sportitalia.it)

Tra il tifo caloroso e quello apertamente antisportivo, il confine è sottile. E il pubblico del Roland Garros l’ha oltrepassato senza esitazioni. Fischi, urla nel bel mezzo dei servizi di Sinner, cori disturbanti proprio nei momenti cruciali, tentativi evidenti di condizionare l’italiano psicologicamente. Comportamenti che, nel tennis, pesano eccome. Soprattutto quando si è al quinto set dopo più di quattro ore di battaglia mentale e fisica. Sui social è scoppiata una vera bufera. Le parole più ricorrenti sono state “vergogna” e “pubblico insopportabile”. C’è chi ha scritto senza troppi giri di parole: “Peggior pubblico nei quattro Slam”. E chi ha fatto paragoni con il calcio: “Poi però vi permettete di giudicare gli stadi di Serie A”.

Il fatto è che Sinner aveva iniziato alla grande, dominando i primi due set. Il pubblico, forse, non voleva vedere una finale troppo breve. Magari desiderava semplicemente godersi un quinto set. Ma il metodo scelto è stato tra i più sbagliati. Anziché lasciar parlare il gioco, hanno provato a indirizzare l’inerzia del match con atteggiamenti da curva sud, perdendo completamente la bussola. Un comportamento che ha infastidito non solo i tifosi italiani, ma anche tanti appassionati neutrali che si aspettavano un clima da grande evento sportivo, non una corrida.

Alcaraz ha vinto, e la sua prestazione merita ogni applauso. Però resta l’amaro in bocca. Perché se da un lato il tennis si evolve, si rinnova e trova nuove icone, dall’altro non può permettersi di perdere la propria identità. Il rispetto, in questo sport, non è un dettaglio. È parte integrante del gioco. E quando viene a mancare, a perdere non è solo chi esce sconfitto dal campo. A perdere, senza ombra di dubbio, è tutto il movimento.

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