
Dopo l’addio burrascoso di Luciano Spalletti, la Nazionale italiana è alla ricerca di una nuova guida tecnica. Claudio Ranieri ha già gentilmente declinato l’offerta, mentre Stefano Pioli sembra destinato a tornare alla Fiorentina. Attualmente, il nome più caldo è quello di Gennaro Gattuso, che avrebbe superato nelle preferenze Daniele De Rossi, Fabio Cannavaro e Domenico Tedesco. Tuttavia, la FIGC appare in fase di riflessione: la scelta del nuovo commissario tecnico verrà presa con calma, per garantire il futuro migliore all’Italia.
Ritorno in Nazionale? Perché no…
Tra i nomi tornati a circolare c’è anche quello di Roberto Mancini, che ha rilasciato oggi un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui dal suo punto di vista non esclude un clamoroso ritorno in azzurro. “Per un allenatore non c’è cosa più bella che guidare la Nazionale. Io ho vinto con i club, ma se vinci con l’Italia è un’altra cosa. E perché si tornerebbe sempre dove si è stati felici. A Coverciano stavo da Dio, con tutti”.
L’ostacolo principale e di non poco conto si chiama Gabriele Gravina, con cui l’ex CT si è lasciato tutt’altro che bene. Motivo per cui è difficile pensare ad una chiamata al tecnico dell’Europeo 2021. Mancini ha parlato proprio del rapporto con il presidente, dopo la separazione e la sua parentesi poco brillante in Arabia Saudita: “Ci siamo già visti, ci siamo parlati. Il presidente sa che nella vita si fanno anche errori. Essersi capiti su questo è la cosa più importante”.
Sull’Europeo vinto e sulla mancata qualificazione al Mondiale 2022, l’ex CT è lucido: “Nel calcio serve anche fortuna. L’Europeo? Una magia. Ma se contro la Macedonia finisce 4-1, nessuno dice nulla. Purtroppo, a volte la sfortuna è pazzesca”.
Le offerte dei club
Nel frattempo, Mancini rivela di aver ricevuto diverse proposte, ma mai nessuna per un ritorno in nerazzurro: “Non ho sentito nessuno dell’Inter. Ho parlato con la Juventus mesi fa ma ora ha un allenatore, anche bravo, che è Tudor. E poi ho avuto anche offerte dall’estero una anche dal Botafogo”, ma ha scelto di aspettare. Forse, ancora una volta, l’azzurro.