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Ferrari rifiutata, il motivo è tremendo: “Insalvabile”

La Ferrari continua a inseguire, ma la rincorsa sembra sempre più una maratona dentro una palude. E ora arriva un rifuto sonoro.

Qualcosa, evidentemente, non funziona. A Maranello si respira di nuovo quell’aria densa e pesante, fatta di silenzi lunghi, sguardi bassi e conferenze stampa piene di parole vuote. Il 2025 doveva essere l’anno della svolta, quello del grande rilancio con l’arrivo di Lewis Hamilton e un progetto tecnico maturato con un anno d’anticipo.

John Elkann Ferrari
La Ferrari rifiutata, tutto da rifare per Elkann (Foto Instagram – sportitalia.it)

Però, i fatti raccontano un’altra storia. Una storia che profuma già di occasione mancata, di frustrazione, di promesse non mantenute. E c’è un dettaglio, sfuggito ai più, che rischia di cambiare gli equilibri più di qualsiasi errore in pista.

Ferrari insalvabile: il perché del rifiuto

Al di là dei cronometri impietosi e di una macchina che fatica ancora a tenere il passo delle dirette rivali, è dietro le quinte che si gioca la vera partita. E non tutto viene a galla subito. Il punto è che nonostante gli sforzi, le modifiche, gli investimenti e persino l’arrivo di un sette volte campione del mondo, la Rossa sembra bloccata in un loop di mediocrità tecnica e confusione gestionale. I problemi non sono più soltanto meccanici: sono profondamente strutturali. E chi oggi si ritrova a mettere la faccia in questo caos è sempre lui, Fred Vasseur. Lo scorso anno osannato per aver riportato ordine e metodo, oggi è costretto a rendere conto di scelte che non stanno pagando. Scelte sue, sia sul fronte progettuale che su quello umano.

Christian Horner Ferrari
Christian Horner avrebbe rifiutato la Ferrari (Foto IG @christianhorner – sportitalia.it)

Senza ombra di dubbio, gestire la Ferrari è il compito più difficile che esista in Formula 1. Eppure, c’è chi dice che il Presidente John Elkann si stia già guardando attorno. Il che, in un contesto già complicato, rende l’ambiente ancora più instabile. Negli ultimi giorni è tornata a circolare con insistenza una voce che, almeno a prima vista, sembrava solo una vecchia storia tirata fuori dal cassetto. E invece no.

Joe Saward, uno che nel paddock ci vive da decenni e raramente scrive a vuoto, sul suo blog ha riportato un retroscena molto chiaro: “Questa storia era vera tre anni fa, quando Elkann volò in Inghilterra per offrigli il lavoro. Horner ha rifiutato, e il Presidente è tornato indietro. Probabilmente la sua risposta non cambierà qualora la Ferrari glielo chiederà ancora. Per molti, unirsi alla Rossa è come passare attraverso un fuoco acceso, perché la squadra sembra insalvabile”. Parole pesanti, che raccontano più di mille comunicati ufficiali.

Christian Horner, il volto del successo Red Bull, aveva avuto la chance di guidare la Scuderia. Ma ha detto no. E tutto fa pensare che continuerà a dire no. Perché, a quanto pare, nemmeno un ruolo mitico come quello di team principal della Ferrari riesce a compensare la sensazione di caos cronico che si respira a Maranello. Il fascino del Cavallino resta intatto solo nei poster. Nella realtà dei fatti, oggi è un fardello che pochi vogliono davvero portare. E questo, forse, è il vero fallimento da cui non ci si rialza in fretta.

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