Dramma tremendo nel mondo dello sport. L’omicidio brutale si porta via una figura nota sui social, le indagini hanno preso una tragica svolta.
Un episodio estremamente violento e disturbante ha sconvolto in queste ore la comunità dei social network e dello sport in generale con la morte di una figura molto nota nell’ambiente dell’allenamento. La donna è stata uccisa in modo brutale – si parla di un’aggressione a mano armata avvenuta con un martello da lavoro – e i suoi fans ed i cari ora chiedono ad alta voce che sia fatta giustizia.

La morte della nota bodybuilder Zunilda Hoyos Mendez ha shoccato la comunità del bodybuilding e la Colombia dove Zunilda, 43 anni, risiedeva con il marito. Nota come “She Hulk” per il suo fisico statuario, un evidente riferimento al personaggio della Marvel basato sulla figura di Jennifer Walters, avvocato con gli stessi poteri di Bruce Banner, la Mendez era una figura di riferimento nel mondo dell’allenamento.
Ormai da anni la donna competeva come bodybuilder professionista stando al suo profilo Instagram ora luogo di cordoglio per i suoi numerosi followers che stanno lasciando commenti di addio e dolore sotto le sue vecchie foto. Era stata una delle prime donne in Colombia a lanciarsi in questa disciplina, ottenendo risultati e visibilità. Una carriera distrutta in pochi attimi.
La pista dell’omicidio passionale
Secondo le autorità che stanno seguendo il caso, il principale sospetto è anche la seconda vittima del caso: Jarrod Gelling, anch’egli bodybuilder professionista e sposato con Zunilda ormai da diversi anni, è stato trovato morto con una ferita auto inflitta di arma da taglio sul corpo dagli agenti che hanno fatto irruzione nella casa della coppia, trovando entrambi morti.

La teoria più papabile vede in Jarrod l’autore materiale del delitto: la donna avrebbe infatti deciso di lasciarlo, una scelta impossibile da giudicare o contrastare che però l’uomo non avrebbe accettato, arrivando ad aggredirla con un martello fino ad ucciderla per poi togliersi la vita, forse per evitare di affrontare le conseguenze delle sue azioni.
Benché le ricostruzioni siano ancora in corso e non si possa fare un processo tramite stampa, se le cose fossero davvero andate così l’omicidio della donna non sarebbe che l’ultimo di una lunga serie a cui purtroppo ci siamo abituati anche in Italia attuato da un uomo incapace di lasciare andare la compagna e da inserire nella lunga lista di femminicidi che insanguinano il mondo moderno. Incluso quello dello sport, purtroppo.