Così non va, il pilota britannico rischia di finire la stagione in modo disastroso. Le analisi non sono contestabili.
Come sarebbe possibile definire fino ad ora la stagione di Lewis Hamilton senza usare termini che possano mancare di rispetto ad un Sir della Formula Uno con una carriera stellare? Forse deludente rende l’idea? Tanti cronisti si sono chiesti come sia possibile che un pluricampione, un pilota che con Mercedes sembrava alieno ai suoi tempi d’oro, abbia perso così tanto terreno nel giro di pochi anni solo cambiando scuderia.

Il pilota inglese al momento è sesto nella classifica dei piloti con 79 punti, primo tra i piloti che non raggiungono quota cento e superato dal compagno di squadra – che non è mai una buona cosa – da Verstappen, Norris, Piastri e Russel. Non solo perché Antonelli potrebbe insidiare il suo posto con un altro piazzamento a podio mentre solo la sfortunata mancata intesa di Tsunoda con la RB-21 impedisce a Hamilton di scendere ancora più giù in classifica.
Alcuni colleghi o ex colleghi del campione inglese hanno provato a spiegare quanto sta accadendo in diversi modi: l’amico Toto Wolff per esempio pensa sia un problema di intesa con il nuovo team: “E’ un inglese paracadutato in Italia”, è stato il suo commento. Juan Pablo Montoya? Dà parte della colpa agli ingegneri di pista. E poi, c’è l’analisi del diretto rivale Russel che ha detto queste parole importanti.
Hamilton, la verità: “Spinge troppo”
Anche per Russel la principale ragione dietro le performance non esaltanti del pilota britannico è da ricercare nella sua automobile che non è all’altezza delle concorrenti al titolo mondiale. E Hamilton ne sta risentendo anche sotto il profilo psicologico: “Penso che quando sei un sette volte campione del mondo, qualsiasi risultato inferiore alla vittoria venga percepito come un fallimento”, le sue parole riportate su MotoriOnline.it.

Il problema è che questo senso di frustrazione – confermato tra l’altro anche da Charles Leclerc che si sente allo stesso modo con la SF-25 – può diventare un problema che va ben oltre le prestazioni in pista: “Probabilmente stai spingendo te stesso e la tua squadra oltre ogni limite per ottenere risultati superiori al tuo potenziale, e questo può diventare controproducente”, l’analisi preoccupata di Russel che ritiene che questa mentalità sia la ricetta per un disastro.
In ogni caso, non leggetela come una critica perché Russel è stato molto corretto e realista in base a quello che si è visto fino ad ora durante questa stagione: “Per tutti noi ci sono pochissime possibilità di vincere il titolo se non siamo su un’auto arancione [McLaren]. E questo è frustrante per chiunque”, le sue parole pronunciate nonostante la vittoria ottenuta nella trasferta nord americana del mondiale.