Home » Basket » La maledizione continua, gravissimo infortunio: l’anno è già finito

La maledizione continua, gravissimo infortunio: l’anno è già finito

La carriera di un atleta è costruita sulla dedizione, sul talento e sulla costanza, ma c’è un elemento che nessuna preparazione può garantire: l’integrità fisica.

Infortuni gravi e improvvisi possono stravolgere destini sportivi che sembravano già scritti. È accaduto in passato a icone del calibro di Marco Van Basten, che dovette abbandonare il calcio giocato all’apice della carriera, tradito da una caviglia che non voleva più seguirlo. Oppure a Diego Armando Maradona, il cui corpo era una lotta continua contro dolori e imperfezioni congenite, come quella gamba più corta dell’altra, mai divenuta ostacolo insormontabile per la sua genialità.

Infermiera
La maledizione continua, gravissimo infortunio: l’anno è già finito – Sportitalia.it (screen Youtube)

In altri casi è la resilienza a tracciare la linea tra la gloria e l’oblio. Alcuni atleti tornano, altri si fermano per sempre. Ma a ogni livello, da ogni angolo del mondo, l’infortunio resta il grande nemico invisibile di chi vive di sport. E se la medicina sportiva fa passi da gigante, nulla può davvero azzerare quel rischio che si annida in ogni sprint, salto o accelerazione. Ci sono momenti, poi, in cui il caso sembra trasformarsi in coincidenza inquietante, come accaduto nelle ultime settimane nella NBA.

NBA, la sfortuna ne fa fuori 3 in due mesi: out anche Haliburton

Tre stelle di prima grandezza – Tyrese Haliburton, Jayson Tatum e Damian Lillard – hanno subito nel giro di due mesi lo stesso devastante infortunio: la rottura del tendine d’Achille. Tutti e tre, senza alcun contatto con avversari, sono crollati al suolo in diverse gare di playoff. Ma a far discutere non è solo la gravità degli episodi o la loro sequenza temporale. È il numero sulle loro maglie: lo zero. Da qui è nato il tormentone social della “maledizione dello zero”, una suggestione che ha preso rapidamente piede tra tifosi e appassionati. Il primo a cadere è stato Damian Lillard, il 27 aprile, durante la serie tra Milwaukee Bucks e Indiana Pacers. Pochi giorni dopo, è toccato a Jayson Tatum, in un match tra i Boston Celtics e i New York Knicks. Infine, nella decisiva Gara 7 delle Finals, la stessa sorte ha colpito Tyrese Haliburton, trascinatore dei Pacers, fermato da un crollo improvviso al primo quarto.

Haliburton
NBA, la sfortuna ne fa fuori 3 in due mesi: out anche Haliburton – Sportitalia.it (screen Youtube)

Tutti e tre dovranno affrontare lunghi mesi di riabilitazione e con ogni probabilità salteranno l’intera stagione 2025/26. Dal punto di vista tecnico, gli specialisti indicano un sovraccarico muscolare e l’intensità dei playoff come fattori determinanti. Ma la ripetizione del numero “zero” ha aggiunto un tocco esoterico alla narrazione. Le immagini dei tre campioni a terra, immobili, con il medesimo numero sul dorso, hanno scatenato l’immaginario collettivo. Certo, si tratta di casualità. Ma in uno sport in cui ogni gesto è calcolato al millimetro, anche una semplice coincidenza può trasformarsi in simbolo.

Change privacy settings
×