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Il basket gli dice addio: commozione tra i tifosi

Lacrime, silenzi e una commozione difficile da contenere: il basket saluta un campione e i tifosi fanno fatica a crederci.

Si fa sempre fatica ad accettare una notizia del genere. L’addio ad un campione che ha segnato con forza lo sport amato, lascia nei tifosi un vuoto incolmabile. Sono tanti i tifosi e diverse le tifoserie commosse dinanzi alla notizia.

Basket l'addio al campione
Tutto il basket dice addio al campione (Foto Instagram – sportitalia.it)

Quelle notizie che arrivano così, come un fulmine a ciel sereno, inaspettate, nonostante i segnali fossero chiari. Ci si stenta a credere, d’improvviso ti prende un tonfo al cuore, ti ritornano alla mente tutti i momenti magici vissuti con la star attraverso le sue gesta sportive. Poi tutto d’un tratto il vuoto.

Addio campione, il basket lo saluta così

Con parole semplici ma pesantissime, è arrivata la conferma. Milos Teodosic, il mago serbo capace di trasformare in oro ogni pallone che toccava, ha deciso di dire basta. Lo ha fatto a modo suo, senza clamore, ma lasciando un vuoto enorme. “Cari amici, tifosi e appassionati di basket, per prima cosa grazie per trent’anni di sforzo, divertimento, gioia e sofferenza insieme. Il tempo è giunto per dire addio a una fase del mio amore per il magico gioco dei canestri.” Un messaggio che è rimbalzato sui social, nei forum, nelle chat dei tifosi, ovunque. E in pochi minuti è diventato un colpo al cuore per chi ama questo sport.

 Milos Teodosic addio al basket
Milos Teodosic si ritira, commozione tra i tifosi (Foto Instagram – sportitalia.it)

Teodosic non è stato un semplice playmaker. Era visione, creatività pura, istinto. In campo vedeva linee di passaggio che gli altri nemmeno immaginavano. Certe sue giocate non si spiegano, si sentono. Ha girato l’Europa, ha incantato platee intere, ha vestito maglie storiche è stato in NBA, in Italia ha incantato la Virtus Bologna e, certo, della nazionale serba. In ogni squadra in cui ha messo piede ha lasciato qualcosa. Non solo assist, ma stile, carisma, classe.

La sua è stata una carriera fatta di trionfi e di momenti difficili, perché lo sport, come la vita, ti mette davanti a ostacoli imprevisti. Però Milos non ha mai smesso di credere nel gioco. Non era un atleta da slogan o frasi fatte. Parlava poco, ma quando parlava lo faceva sempre con la palla in mano. Ed era lì che mostrava davvero chi era.

Il suo addio, seppur atteso da chi ne seguiva da vicino le condizioni fisiche, lascia un senso di smarrimento. Perché Teodosic non era solo un campione, era uno di quelli che rendevano il basket poesia. In un’epoca in cui spesso la spettacolarizzazione toglie spazio all’autenticità, lui era rimasto un artista vero. Uno di quelli che giocano per amore, non per il marketing.

Adesso che ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, non resta che dire grazie. Per ogni passaggio impossibile, per ogni assist visionario, per ogni istante di magia. E sì, anche per quelle lacrime che oggi scendono senza vergogna. Perché quando se ne va uno così, non è solo la fine di una carriera. È la fine di un’epoca.

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