Nel panorama di un Wimbledon 2025 già segnato da eliminazioni eccellenti e colpi di scena, una certezza rimane intatta: Novak Djokovic non è ancora pronto a lasciare il trono.
Il sette volte vincitore del torneo ha debuttato con successo contro il francese Alexandre Muller, in una partita che ha detto molto più del semplice punteggio finale. L’affermazione in quattro set (6‑1, 6‑7, 6‑2, 6‑2) è stata un banco di prova non solo tecnico, ma soprattutto fisico, per il campione serbo. Nonostante un inizio autoritario, Djokovic ha vissuto un momento di forte difficoltà nel corso del terzo set, quando ha chiesto l’intervento del medico per un malore di natura intestinale.

È stato lo stesso tennista a raccontarlo nel post-partita: “Mi sentivo svuotato, senza energie. Ho solo cercato di resistere.” L’episodio ha fatto scattare l’allarme tra i tifosi, perché l’età – 38 anni – inizia a presentare il conto anche a un atleta apparentemente senza tempo. La risposta, tuttavia, è arrivata come sempre dal campo: dopo circa 45 minuti di flessione evidente, Djokovic è tornato a imporsi con autorità, spinto da un servizio impeccabile e dalla solita resilienza mentale. Con 22 ace e un atteggiamento indomito, ha dimostrato che l’ambizione non ha età.
Il malore e la reazione, Djokovic non molla
Sul finire del secondo set, mentre Muller cercava di sorprendere l’ex numero uno, il volto di Djokovic ha cominciato a raccontare un’altra storia. Provato, pallido e rallentato nei movimenti, ha chiamato il fisioterapista e ha assunto delle pillole per contrastare un evidente problema di stomaco. Era un virus intestinale, niente di grave ma abbastanza per togliermi lucidità – ha spiegato. Nonostante il disagio, non ha mai considerato l’ipotesi del ritiro. L’efficacia del trattamento è emersa rapidamente: il serbo ha ritrovato brillantezza, profondità di colpi e fluidità nei movimenti. Il servizio, in particolare, si è rivelato l’arma risolutiva, con percentuali altissime e un dominio che ha rispedito al mittente le ambizioni del francese. Sono felice di aver vinto, ma sono devastato in questo momento – ha popi confessato l’ex numero uno – Sono passato dal sentirmi davvero bene, nel primo set, a sentirmi davvero male, come non mi captiava da molto tempo.

La vittoria, seppur più sofferta del previsto, lo ha proiettato con fiducia verso un cammino molto più lungo del previsto. L’impressione è chiara: finché il fisico regge, Djokovic è ancora un protagonista assoluto. E se da un lato Carlos Alcaraz e Jannik Sinner rappresentano il presente del tennis, dall’altro il serbo resta l’uomo da battere sull’erba londinese. Il suo carisma, la sua tenacia e una tecnica sopraffina continuano a parlare il linguaggio dei campioni. Se davvero sarà l’ultima danza a Wimbledon, Djokovic vuole lasciarla da protagonista. Anche a costo di stringere i denti.