Quando si parla di Wimbledon, il pensiero corre veloce ai grandi nomi, a quel ristretto club di fuoriclasse che domina il circuito maggiore.
I fari sono puntati, com’è naturale, su Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, i due giovani che hanno già riscritto le gerarchie del tennis mondiale. Insieme a loro, l’immortale Novak Djokovic, che ogni anno trova nuove motivazioni per restare competitivo sull’erba di Church Road. Alla vigilia del torneo, le previsioni si concentravano esclusivamente su questo terzetto, ma Wimbledon è anche un’altra cosa.
In pochi sanno, o ricordano, che sui campi del torneo inglese si gioca anche un altro tabellone, quello dedicato agli juniores. Un mondo a parte, fatto di sogni, nervi tesi, prime volte. Qui si forma la prossima generazione del tennis, quella che un giorno proverà a spodestare i dominatori di oggi. Tra i ragazzi e le ragazze che si danno battaglia nei tornei giovanili ci sono anche nomi che iniziano a circolare con insistenza, a incuriosire. Talvolta, in silenzio, si consumano partite che non meritano meno attenzione di un quarto tra top ten. E talvolta, un risultato basta per riscrivere le prospettive di un’intera carriera.
Jacopo Vasamì, l’azzurro che conquista Wimbledon Juniores
Il nome da segnare oggi è quello di Jacopo Vasamì, classe 2007, una delle promesse più brillanti del tennis azzurro. Il 17enne, cresciuto nella prestigiosa Nadal Academy, ha cominciato col piede giusto il suo Wimbledon Juniores, superando con un convincente 7-6(1), 6-3 il temuto tedesco J. Mackenzie, considerato uno degli outsider più ostici del tabellone. Nonostante la tensione dell’esordio – Giocare qui fa impressione – l’azzurro ha mostrato personalità e lucidità, prendendosi una rivincita su un avversario che in passato lo aveva spesso messo in difficoltà. Lui serve bene e sull’erba è ancora più pericoloso. Questa vittoria era importantissima per me: è il mio ultimo torneo junior individuale e volevo iniziarlo al meglio – ha dichiarato a caldo.

Giocatore aggressivo, Vasamì ama comandare lo scambio e si trova particolarmente a suo agio sulle superfici veloci, pur essendosi formato sulla terra, così come ha dimostrate anche nel secondo turno degli Juniores, battendo anche Johnston Noah. Il 2025 è stato per lui un anno decisivo: la vittoria al Trofeo Bonfiglio di Milano ha segnato un punto di svolta, ma ora il focus è già sul passaggio al circuito professionistico, dopo alcune positive esperienze nei Challenger. Il mio obiettivo? Tra tre anni voglio essere competitivo a livello ATP, tra i grandi – ha spiegato il giovane abruzzese-romano, che ha già creato legami con molti azzurri del tour come Cobolli, Sonego e Musetti. Per ora, però, la testa è solo su Wimbledon, dove vuole andare “il più lontano possibile”. E magari, un giorno, seguire le orme di Sinner fino alla vetta.






