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F1 sconvolta, terremoto assoluto: crisi in vista

Un terremoto inaspettato scuote il mondo della Formula 1 e i tifosi temono l’inizio di una crisi senza precedenti.

Chi ama la Formula 1 sa bene quanto il paddock sia pieno di tensioni, giochi di potere e manovre dietro le quinte. Però questa volta il campanello d’allarme è suonato più forte del solito. Non si parla di strategie di gara, né di cambi regolamentari o team in difficoltà: stavolta si tratta di una questione molto più grande.

Terremoto in Formula 1
Formula 1 terremoto in vista, ecco cosa succede (Foto Instagram -sportitalia.it)

Potrebbe cambiare profondamente gli equilibri alla guida dello sport. E infatti, negli ultimi giorni, l’atmosfera che si respira nei box è un misto di inquietudine e curiosità. Perché, senza ombra di dubbio, qualcosa di grosso sta bollendo in pentola.

Terremoto in Formula 1, nessuno se lo aspettava

Per settimane si è temuto il peggio. Con il ritiro dalla corsa presidenziale alla FIA di Carlos Sainz Sr., in molti avevano già accettato l’idea che Mohammed Ben Sulayem potesse essere riconfermato senza nemmeno un vero avversario. Una prospettiva che ha fatto storcere il naso a tanti addetti ai lavori, soprattutto dopo i mesi complicati che la Federazione ha vissuto sotto la sua guida. La mancanza di opposizione avrebbe potuto aprire la strada a un nuovo mandato senza freni, in un contesto già piuttosto teso tra team, dirigenti e tifosi.

Mohammed Ben Sulayem Formula1
Mohammed Ben Sulayem messo in discussione la F1 trema (Foto Instagram -sportitalia.it)

Poi, all’improvviso, la svolta. Tim Mayer, nome noto negli ambienti FIA, ha ufficializzato la sua candidatura. Un gesto che ha ridato fiato e speranza a chi sperava in un’alternativa concreta. Mayer non è un outsider: è stato parte integrante del corpo degli steward per oltre 15 anni e conosce le dinamiche interne della Federazione come pochi altri. E, dettaglio non da poco, ha un conto aperto proprio con l’attuale presidente.

Il casus belli risale al post-GP di Austin del 2024, quando circa 200 tifosi riuscirono ad accedere alla pista subito dopo la bandiera a scacchi, mentre alcune vetture stavano ancora girando. Un episodio grave, gestito male, che ha avuto conseguenze clamorose. Mayer fu licenziato in tronco con un semplice SMS, segno di un clima interno tutt’altro che sereno. Da allora, il rapporto tra i due si è rotto del tutto. E adesso, proprio quella frattura potrebbe diventare il punto di svolta.

Il prossimo 12 dicembre si voterà per la nuova presidenza della FIA. E per la prima volta dopo anni, il futuro dell’intero ecosistema motorsportivo appare incerto. Mayer vuole rovesciare il tavolo, togliere il controllo a un uomo considerato da molti divisivo, e restituire alla FIA un volto più istituzionale, meno autoritario. Dall’altra parte, Ben Sulayem non starà certo a guardare, forte di una rete di alleanze costruita con pazienza e influenza nei posti giusti.

Insomma, se qualcuno pensava che il vero spettacolo fosse solo in pista, dovrà ricredersi. La partita più delicata si gioca nei corridoi del potere. E stavolta, la posta in gioco è l’anima stessa della Formula 1.

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