Flavio Cobolli, talento emergente del tennis italiano, ha vissuto a Wimbledon un momento che difficilmente dimenticherà.
Non è capitato spesso di vedere un giovane azzurro fianco a fianco con Novak Djokovic, sette volte campione al Centre Court, personaggio che definire un’istituzione del gioco è quasi riduttivo. Il match dei quarti ha offerto emozioni indescrivibili: Cobolli si è portato avanti vincendo il primo set, dimostrando carattere, coraggio e una smania di spingere sempre sull’acceleratore. Un segnale forte per chi è ancora alle prime armi e si trova a fronteggiare una leggenda vivente. La “garra” azzurra ha sorpreso gli spettatori e si è tradotta in un balzo notevole nel ranking ATP: +5 posizioni, con i riflettori che si accendono su di lui come possibile sorpresa del circuito.
E va bene poi che l’esperienza di Djokovic abbia preso il sopravvento e alla lunga la saggezza del serbo abbia fatto la differenza. Ma il risultato non lo sminuisce: Cobolli ha dimostrato di poter mettere in difficoltà i più forti e lo ha fatto in uno stadio di tensione assoluta come Wimbledon. Il messaggio è arrivato chiaro: non è un semplice talento, è una promessa concreta. C’è chi parla di “giorno da leggenda”, chi lo indica addirittura come futuro top player italiano. Certo, la strada è lunga e il traguardo che conta resta lontano da conquistare, ma le basi ci sono tutte: velocità, attitudine mentale, voglia di misurarsi. Dopo una prestazione simile, il suo futuro è diventato esplosivamente intrigante e se lo ha detto Djokovic, allora possiamo crederci.
Il sigillo di Djokovic su Cobolli: “La Top 10 ti spetta di diritto”
Dopo la partita è arrivato il momento che ha lasciato Cobolli senza parole: mentre stringevano la mano a rete, Novak Djokovic, uno degli uomini più vincenti della storia del tennis, gli ha detto: “Arriverai in top 10 e ci rimarrai per tanti anni.” Parole che pesano come un macigno e lusingano allo stesso tempo, non solo come attestato di stima, ma come un obiettivo che può trasformare un talento in campione consolidato. In conferenza stampa, Cobolli ha rivelato le parole di Djokovic con naturale modestia: “Mi ha detto che ho fatto una buonissima partita con la giusta attitudine, e che sarei entrato presto nei primi 10.”

Il giovane tennista ha espresso gratitudine e rispetto: “Io credo di aver giocato bene, ho provato a spingere sempre. Pensavo di essere più teso, ma sono partito forte.” Una mentalità aggressiva, di quelli che non si spaventano davanti all’avversario più temuto, ma lo affrontano con testa e cuore. Oltre alle parole di Djokovic, Cobolli ha voluto dedicare un pensiero a un altro idolo italiano: Fabio Fognini. Il campione che ha acceso la passione di tanti con i suoi colpi e il suo carattere, e che ha ispirato Cobolli fin dall’infanzia. Fognini è un idolo – ha detto – mi ha spinto nel credere nei miei sogni, e solo vedere una sua partita mi motivava. Un doppio omaggio che unisce passato e futuro del tennis tricolore: da Fognini, che ha acceso il fuoco, a Cobolli, che ora raccoglie la fiamma con convinzione. Djokovic lo ha visto, l’ha riconosciuto, e gli ha lasciato una promessa silenziosa.






