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Sinner-Djokovic, scatta l’allarme ritiro: “Brutto”

Wimbledon accende i riflettori su una semifinale che profuma già di storia: Sinner-Djokovic è la partita che ogni sportivo stava aspettando.

A Wimbledon l’aria è tesa come prima di un temporale, e non c’entra il meteo. C’è qualcosa che si muove sotto la superficie impeccabile dei prati dell’All England Club, qualcosa che ha il sapore delle grandi occasioni.

Sinner-Djokovic Wimbledon
Sinner e Djokovic in semifinale di Wimbledon (Foto Instagram – sportitalia.it)

Infatti, ci sono partite che valgono più di quello che dicono le statistiche o i tabelloni: e la semifinale tra Jannik Sinner e Novak Djokovic è proprio una di quelle. Una partita che, se non fosse per l’altra semifinale con un certo Carlos Alcaraz in campo, potremmo definire senza problemi una finale anticipata.

Sinner-Djokovic in semifinale con l’ombra del ritiro

Il tennis, si sa, è pieno di sorprese. E stavolta le sorprese non arrivano solo dal talento dei protagonisti. Sinner arriva a questo punto del torneo da numero uno del mondo, con una tranquillità che fa impressione, quasi come se tutto quello che sta vivendo fosse parte di un piano preciso. Non un sorriso di troppo, non una parola fuori posto, ma sotto la superficie si vede benissimo la fame. La voglia. La consapevolezza che l’occasione è enorme. E davanti a lui, come un guardiano antico, c’è ancora una volta Djokovic. Che sì, ha 37 anni, ma guai a pensare che sia finita. Perché finché Novak è in piedi, è pericoloso. E lo sanno tutti.

Però, e qui iniziano i dubbi, non è detto che il serbo sia davvero al cento per cento. Da qualche ora, infatti, circolano voci sempre più insistenti su una sua possibile rinuncia. Uno scenario che, onestamente, spiazza. Perché uno come lui, nelle semifinali Slam, è quasi parte del paesaggio. Ma cosa c’è dietro questa incertezza?

Sinner contro Djokovic a Wimbledon
Nuova sfida tra Sinner e Djokovic (Foto Instagram – sportitalia.it)

Tutto nasce da quanto accaduto nell’ultimo incontro giocato da Djokovic. Una caduta rovinosa, una scivolata che sull’erba può sembrare normale ma che, nel suo caso, ha lasciato strascichi tutt’altro che trascurabili. Il suo ginocchio ha fatto una torsione strana, lui stesso è rimasto a terra per qualche secondo in più del solito. E anche se poi ha continuato a giocare, qualcosa si è incrinato. A confermarlo è stato lo stesso campione serbo, che in conferenza stampa non ha nascosto la realtà.

“Non mi aspetto nulla – ha detto – Devo solo cercare di preparare il mio corpo per una battaglia molto fisica. Spero di poter dare il massimo e di poter reggere potenzialmente cinque set. Ho bisogno del massimo per battere Sinner. Sono consapevole di giocare una semifinale Slam con il miglior giocatore del mondo. Caduta? È stata brutta e molto fastidiosa. Sull’erba può succedere”.

Ecco, non sono parole da Djokovic. O almeno non dal Djokovic che siamo abituati a conoscere: sicuro, affilato, spavaldo quando serve. Stavolta, invece, c’è prudenza. C’è umanità. E forse anche la consapevolezza che il tempo passa per tutti, anche per lui.

Sinner, dal canto suo, continua a rimanere in silenzio, a lavorare, a guardare avanti. Per lui è una sfida enorme, senza ombra di dubbio la più pesante della carriera. Ma è anche una di quelle partite che possono cambiare per sempre la percezione di un giocatore. E se Djokovic sarà davvero in campo, ci sarà da combattere punto su punto. Ma se invece dovesse rinunciare, quella che sembrava una montagna potrebbe trasformarsi in un’occasione irripetibile. In ogni caso, Wimbledon è pronto a vivere una delle sue giornate più intense. E noi con lui.

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