La notizia su Achille Polonara è arrivata così, drammatica come possono esserlo solo certe notizie, lasciando tutti senza fiato in lacrime.
Quando la notizia è uscita, ha colpito tutti come un pugno allo stomaco. In un primo momento nessuno voleva crederci davvero, perché Achille Polonara è sempre sembrato indistruttibile, uno di quelli che non si fermano mai, in campo e fuori.

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Un simbolo, un esempio. Però stavolta non si tratta di una sconfitta sportiva, non è una brutta serata al tiro o una stagione complicata. È qualcosa di molto più serio, che mette tutto il resto in secondo piano.
Achille Polonara: tifosi sotto choc senza parole
Dopo aver alzato la coppa in ospedale per Polonara arriva il trasferimento. Era stato un momento toccante, una di quelle situazioni per la quale possono esserci solo lacrime. Oggi è ricoverato a Valencia, dove sta affrontando la leucemia mieloide. A rivelarlo è stato lui stesso, con parole sobrie ma forti, che non hanno lasciato indifferenti nemmeno i cuori più duri: “Ora non penso al basket, ma solo a tornare a una vita normale. Ho percepito la vicinanza della famiglia azzurra e sogno una medaglia per l’Italia.” Ed è proprio questo il punto. La sua forza, ancora una volta, sta nella lucidità, nella capacità di guardare oltre, di restare con i piedi per terra anche mentre il mondo intorno trema.

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Achille non è nuovo a battaglie del genere. Solo un anno fa era riuscito a sconfiggere un tumore ai testicoli. Sembrava tutto superato, un brutto capitolo chiuso per sempre. E invece eccoci di nuovo, con una diagnosi ancora più pesante, a pochi giorni dall’inizio di un’estate che doveva essere solo sportiva. A 33 anni, l’ala della Virtus Bologna si ritrova di fronte all’avversaria più tosta della sua carriera. Una sfida senza parquet, senza tifosi sugli spalti, ma con una posta in gioco infinitamente più alta.
In carriera ha vinto ovunque: in Spagna con il Vitoria, in Turchia con il Fenerbahce, in Lituania con lo Zalgiris, e in Italia proprio quest’anno, con la maglia della Virtus. Ovunque è passato, Polonara ha lasciato il segno. Non solo per i numeri, ma per l’energia che trasmette, per la grinta, per la leadership silenziosa. E infatti la notizia della malattia ha scosso tutto il mondo del basket europeo. Non è un semplice giocatore che si ferma: è uno di quelli che fanno spogliatoio, che tengono uniti i pezzi quando tutto sembra andare in frantumi.
Ora con lui ci sono la moglie Erika e i due figli, Vitoria e il piccolo Achille. Tutti insieme a Valencia, dove il giocatore sta affrontando i cicli di chemioterapia e si prepara al trapianto di midollo. Un momento difficile, ma anche pieno di speranza. Perché se c’è una cosa che Polonara ha sempre saputo fare, è combattere.
Il basket può aspettare. Le partite, i titoli, i tabellini. Tutto messo da parte. Adesso la priorità è una sola: tornare a vivere. E conoscendo il cuore che ha messo in ogni rimbalzo, in ogni difesa, in ogni sacrificio fatto per la squadra, viene da dire che ce la farà. Come sempre.






