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Hamilton messo da parte: l’annuncio spacca la Ferrari

Ancora voci discordanti su Lewis Hamilton ed il suo futuro nel mondo del motorsport. Sembra che le cose andranno così. 

Quando si corre in Formula Uno si fa parte di un team che può arrivare a contare oltre mille persone tra personale tecnico, amministrativo e meccanici. Il pilota è quindi solo una estensione finale di un progetto che parte da molto, molto più in alto e che mette insieme le competenze di tantissime persone diverse, anche se spesso tendiamo a scordarcelo.

Ferrari Hamilton pilota
Hamilton, novità in Ferrari (Ferrari.it) – www.SportItalia.it

Anche un pluricampione come Lewis Hamilton può ben poco se l’intero sistema di cui fa parte non funziona come dovrebbe o se non riesce ad integrarsi con un sistema già rodato di cui entra a fare parte “in corsa”. Il pilota britannico quest’anno anche secondo molti suoi colleghi e il suo mentore Toto Wolff ha pagato lo scotto di: “essere sbarcato in Italia da un team inglese” con gestioni diverse.

C’è anche la questione della macchina, ovviamente, con cui più volte il campione britannico ha detto di non trovarsi molto a suo agio. Ma la risposta che arriva dai piani alti del Cavallino lascia intendere che le “obiezioni” di Lewis sull’assetto della vettura saranno accolte solo fino ad un certo punto, ora che arriverà il pack di aggiornamenti…

Hamilton stroncato: “Deve essere più veloce”

A parlare in queste ore come riporta Formula Passion è stato il Vice Team Principal di Ferrari, Jerome D’Ambrosio che ha ricordato che in F1 le modifiche alla monoposto ad personam non sono esattamente nella politica di una scuderia. E non si tratta soltanto di Ferrari visto che ormai, con i tempi che corrono, tutti i team ragionano in questa ottica.

D'Ambrosio F1
La scuderia si sta preparando (Wikipedia) – www.SportItalia.it

“Lo sviluppo riguarda per prima cosa le massime prestazioni e Loïc e il suo team vogliono semplicemente costruire la monoposto più veloce possibile. E ci sono alcuni parametri oggettivi che devono essere prendere in considerazione”, ricorda il vice di Frederic Vasseur, spiegando che all’inizio, l’obiettivo è dare a Lewis Hamilton e Charles Leclerc l’auto più veloce che i soldi e la tecnologia possano approntare.

Solo a quel punto, in una seconda fase, si può andare incontro al pilota, adattando l’auto ai suoi bisogni: “È solo nella seconda fase dello sviluppo che valutiamo ciò di cui i piloti potrebbero aver bisogno. Ci sono molte cose che si possono fare per garantire che abbiano gli strumenti necessari per adattare il più possibile l’auto al proprio stile di guida. È qui che entrano in gioco la messa a punto e il bilanciamento”, la riflessione. E tra l’altro, non è che i piloti chiedano chissà che cosa, di solito: “Quando ascoltiamo entrambi, ci rendiamo conto di quanto i loro desideri siano molto simili”. Chissà se sarà così anche con il monegasco ed il britannico?

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