Protagonista di un’ottima stagione, Lorenzo Musetti è stato costretto a fermarsi dopo la gara contro Alcaraz al Roland Garros: l’infortunio preoccupa, sopratutto dopo la debacle londinese.
Nel 2025, il dominio di Jannik Sinner continua a fare notizia, ma il movimento tennistico italiano vanta altri giocatori di interesse. Tra questi Lorenzo Musetti, un talento cristallino che nelle gerarchie internazionali non ha nulla da invidiare a colleghi più celebrati. All’inizio dell’anno, ha sfiorato la finale al Roland Garros, uscendo dal torneo soltanto dopo un ritiro forzato contro Carlos Alcaraz. Quella performance sulle terre francesi ha confermato il suo status di giocatore in ascesa, capace di misurarsi con i big del circuito e di tenere il campo anche nei momenti di maggiore pressione. Oltre a Musetti, nel panorama italiano spiccano altri nomi certo, come Flavio Corbelli, talentuoso e competitivo soprattutto nei tornei Challenger, e Matteo Berrettini, che sta tentando di tornare a buoni livelli dopo i problemi fisici che l’avevano tenuto lontano dal top. Ma è proprio dalla fragilità fisica che Musetti ha vissuto la sua stagione più complessa.

A Parigi è arrivato forte, ma un dolore all’adduttore lo ha costretto a fermarsi nel match contro Alcaraz, interrompendo un percorso che forse l’avrebbe visto in corsa per il titolo. Una battuta d’arresto pesante, la cui eco si è sentita fino a Wimbledon. Presente sull’erba londinese con entusiasmo, Musetti si è presentato però decisamente in affanno. Eliminato all’esordio dal georgiano Nikoloz Basilashvili, è parso un atleta lontano dalla condizione ideale: deficitato di ritmo, ma soprattutto debilitato da una serie di problemi fisici e di salute. È evidente: il momento critico vissuto dall’italiano non solo ha interrotto una striscia di risultati di livello, ma ha inciso pesantemente sul morale e sulla preparazione, oltre che sulle preoccupazioni dei fan.
Wimbledon, Tartarini scaccia i dubbi su Musetti: “Era un virus , non riusciva ad alzarsi”
A fare chiarezza sui motivi del calo è stato il coach Simone Tartarini, che ha spiegato come il ritiro al Roland Garros non fosse solo da imputare a un guaio fisico, ma fosse il preludio a un periodo complicato. Il coach non ha usato mezzi termini: “A Wimbledon abbiamo provato, ma dopo tre giorni di buon allenamento il giovedì precedente l’inizio Lorenzo è stato colpito da un virus intestinale che lo ha fortemente debilitato. Contro Basilashvili le difficoltà erano evidenti e per due giorni dopo il match non si è praticamente alzato. Alla ripresa degli allenamenti a Montecarlo non andavamo oltre l’ora, spesso doveva fermarsi”. La brevità della permanenza a Londra e le condizioni precarie sul piano fisico non erano frutto di una scelta tecnica, ma conseguenza di un malessere che lo ha tenuto al limite delle possibilità. Il virus intestinale ha inciso profondamente sulla preparazione, così com’è chiaro nelle parole del suo allenatore.

Proprio per questo, Tartarini ha scelto di modulare con prudenza il calendario: niente ATP 250 a Los Cabos, optando per un avvio sul cemento a Washington, nel torneo ATP 500 che scatterà oggi. Ora ha ripreso a ritmo più intenso e il periodo nero pare superato – ha aggiunto il coach, con tono di fiducia. La preparazione sul cemento rappresenta una nuova sfida per Musetti: superficie non privilegiata, ma perfetta per rimetterlo in ritmo e recuperare fiducia. L’intenzione è chiara: tornare competitivo e puntare a confermarsi tra i migliori otto nel ranking di fine anno, obiettivo per ora a portata visto l’attuale settima posizione nel ranking. Con l’entrata nel circuito statunitense e il via a Washington, Musetti avrà l’occasione di dimostrare che il peggio è alle spalle.






