Dopo la sconfitta in semifinale a Wimbledon, per Djokovic arriva una sentenza che pesa come un macigno: è fuori dai giochi, addio Slam.
Novak Djokovic ha sempre vissuto di sfide, alimentandosi con la pressione, le critiche e i dubbi che puntualmente ha trasformato in benzina per i suoi trionfi. Però stavolta, dopo la sconfitta in tre set contro Jannik Sinner in semifinale a Wimbledon, qualcosa sembra essersi incrinato.

Non è stata solo una battuta d’arresto, ma l’inizio di una riflessione più profonda, forse inevitabile. A 38 anni, e dopo l’ennesimo tentativo di allungare la sua leggenda, Djokovic si trova davanti a una realtà che nessun campione vorrebbe affrontare: il tempo, che non aspetta nessuno.
Djokovic potrebbe fermarsi qui
Le parole che arrivano da uno che di tennis ne capisce – e parecchio – suonano quasi come una sentenza. Boris Becker, che con Nole ha condiviso anni importanti da allenatore, non usa mezzi termini. Secondo lui, il sogno del 25° Slam è praticamente finito. Una mazzata, sia per il serbo che per i suoi tifosi, abituati a considerarlo eterno. “Jannik Sinner è un Djokovic 2.0, e Novak lo sa bene,” ha dichiarato Becker in un’intervista che sta facendo discutere tutto il circuito. Una frase che dice molto più di quanto sembri, perché dietro quella definizione c’è la consapevolezza che l’erede ha ormai preso il controllo.

E non è solo una questione di età, anche se quella, senza ombra di dubbio, pesa eccome. Becker aggiunge infatti un altro passaggio chiave: “A 38 anni è molto più facile infortunarsi”. Un richiamo chiaro al fisico che comincia a non rispondere più con la stessa efficienza, a una tenuta mentale che non basta più da sola a sopperire le carenze atletiche. “Sono felice che sia arrivato di nuovo in semifinale, ma gli basterà?” si chiede Becker, lasciando aperta una riflessione che ha il sapore dell’amara verità.
La sconfitta con Sinner, poi, è arrivata in modo netto. Senza appello, senza quelle rimonte spettacolari che hanno reso Djokovic un mostro sacro. Stavolta non c’è stato il tempo per reagire, né lo spazio per ribaltare l’inerzia del match. Sinner, come ha sottolineato lo stesso Becker, è stato semplicemente il migliore. Più fresco, più lucido, più dominante. E questo, forse, Novak lo ha capito ancora prima del pubblico.
Giocare a tennis solo per inseguire il 25° Slam può non bastare più. Anche se la motivazione è sempre stata la sua forza, anche se la sua mente è ancora quella di un fuoriclasse, c’è una domanda che aleggia e che oggi in tanti iniziano a porsi: quanto è realistico pensare che Djokovic possa ancora vincere un altro Major? Il tempo, come dice Becker, sta per scadere. E stavolta, forse, anche per il più grande di tutti, è davvero impossibile fermarlo.






