Scarsa sintonia tra piloti ed auto in Ferrari. Ma anche scarso interesse verso i piloti del passato! Sentite cosa ha detto Charles Leclerc dopo l’Hungaroring.
La gara in Ungheria ha segnato l’ennesima occasione buttata al vento, per Ferrari alla quale, con tutta probabilità, non rimane che sperare in un 2026 diverso e più denso di successi sfruttando anche le nuove regole della FIA, l’entrata di due nuovi team come Audi e Cadillac che potrebbero rendere più competitivo il Circus ed il fattore fortuna.

Una prestazione davvero pessima per Hamilton, finito al dodicesimo posto a zero punti, è stata “controbilanciata” se così si può dire dal quarto posto di Leclerc che ancora una volta, è andato oltre i limiti di un’auto da lui definita “inguidabile” al team radio durante la gara. Proprio la capacità del pilota di fare tutto questo sembra averlo convinto che in definitiva, le sue prestazioni di quest’anno siano state ottime.
Se infatti da un lato il pilota ha detto chiaramente che della prima parte della stagione 2025 in Ferrari non salverebbe praticamente nulla, dall’altro, le sue prestazioni rapportate alla qualità della macchina ma sopratutto di quelle degli avversari sono state davvero ottime. Il fatto è che nel dirlo, Leclerc potrebbe aver toccato anche un mito del passato.
L’involontaria – forse – stoccata a Sebastian Vettel
Parlando ai microfoni di Sky Sport in un tentativo di vedere il bicchiere mezzo pieno, Charles ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sulla sua stagione: “Se riguardo la mia stagione, sono molto soddisfatto di quello che ho fatto, alla fine l’obiettivo è imparare dagli errori per fare meglio in quella successiva“. Parole decise di un pilota motivato.

Parlando dei vari compagni di squadra, Leclerc ha indirettamente ammesso che Hamilton è il più vincente e il migliore, se paragonato a Sainz e Vettel che ha corso con lui nella stagione 2019 e 2020. Certo, a quel punto il pilota era in fase calante e i trionfi con Red Bull erano ormai alle sue spalle. Leclerc comunque ha riconosciuto qualcosa al pluricampione tedesco.
Infatti è da lui che ha imparato ad “ascoltare” la macchina prima delle gare: “Seb era impressionante per come sentiva la macchina, arrivava con mille punti per i tecnici”, le parole. Ma non era il più vincente o il migliore a quanto pare. Del resto, paragonato ad un mito come Lewis Hamilton, chi lo potrebbe esserlo?






