Se due indizi fanno una prova, la Juve quest’anno vuole partire a fari spenti. Un po’ perché preferisce mantenere il profilo basso e normalizzarsi al proprio interno, e un po’ perché di esigenze ne avrebbe davvero tante e con molta probabilità dovrà limitarne almeno qualcuna. In una settimana di ritiro a Herzogenaurach si è compresa bene la difficoltà di stare dietro ai tempi delle trattative mentre c’è da avviare la nuova stagione: Tudor, che dice di trovare motivazione da chi indica la sua squadra da quarto-quinto posto, aspetta ancora quei due-tre innesti che gli sono stati promessi da tempo. Non fa drammi perché è un uomo azienda, ma al momento nella rosa ci sono stati solo due avvicendamenti di abbastanza pari livello o giù di lì: Joao Mario per Alberto Costa e Jonathan David per Kolo Muani. Quest’ultimo tornerà: questione di ore, magari di qualche giorno in più, giusto il tempo di fare cassa con qualche buona vendita per farlo rientrare alla Continassa.
Il secondo acquisto della Juventus, Kolo Muani
Per un centrocampista che possa spostare gli equilibri e un difensore che abbia abbastanza le spalle larghe per far calare la pressione su Bremer e Cabal reduci da infortuni lunghi, servirà tempo e soprattutto delle vere occasioni di mercato. Dunque, nulla che al momento si possa dare per scontato. La Juve deve fare prima di tutto le cessioni: di colpi finora non ne ha messi a segno tanti – è vero – ma ne ha dovuto pagarne eccome, anche quelli che sono già sul mercato un anno dopo appena come Douglas Luiz e Nico Gonzalez. Quello che riuscirà a fare Comolli da qui in avanti, insomma, è ancora abbastanza incerto: il dg ha fatto un gran lavoro diplomatico fino a questo momento, con una linea di comunicazione abbastanza silenziosa e pungente nei pochi interventi verso l’esterno, ma ora servono gli effetti della costruzione di questi mesi. Fin qui la Juve è solo orgoglio e dna puro, per effetto di un allenatore che conosce tutti i segreti del club.