Michael Schumacher è un nome rimasto nei cuori di tutti i tifosi italiani e non, grazie alle sue imprese che non hanno bisogno di presentazioni. La commozione dei tifosi dopo l’ultimo annuncio è stata impressionante.
Nella storia dello sport, pochi nomi sono riusciti a imprimersi nell’immaginario collettivo come quello di Michael Schumacher. Il “Kaiser” di Kerpen ha riscritto la geografia della Formula 1, conquistando sette titoli mondiali, di cui cinque consecutivi con la Ferrari, e infrangendo record che per anni erano sembrati irraggiungibili. La sua capacità di combinare velocità pura, intelligenza tattica e una dedizione maniacale al lavoro in pista lo hanno reso un punto di riferimento assoluto per generazioni di piloti e appassionati. Schumacher non era soltanto un maestro al volante: il suo approccio al lavoro, fatto di ore in fabbrica a discutere con gli ingegneri, di test infiniti e di una ricerca costante del dettaglio, ha cambiato per sempre il concetto di “pilota moderno”. In Ferrari ha guidato un’epoca d’oro, diventando il simbolo di una rinascita che ha riportato Maranello al vertice dopo decenni di digiuno.

Il 29 dicembre 2013, però, il destino ha cambiato le carte in tavola. L’incidente sugli sci a Meribel ha segnato un confine netto tra il “prima” e il “dopo”. Da allora, le condizioni di salute di Schumacher sono avvolte in un silenzio quasi assoluto, custodito con fermezza dalla famiglia. Ogni tanto emergono poche e centellinate dichiarazioni da amici o ex colleghi, ma il quadro resta volutamente protetto da un muro di riservatezza. Eppure, ogni notizia legata a lui, diretta o indiretta, continua a catalizzare l’attenzione del pubblico, a conferma di un affetto che va oltre i successi sportivi. Il mito di Schumacher non si è fermato ai circuiti: è diventato parte integrante della cultura sportiva mondiale e non solo per quanto riguarda le automobili.
La CBR1000RR di Schumacher venduta all’asta: 64.800 euro
Proprio questa attenzione ha accompagnato la recente vendita di un pezzo unico legato al campione tedesco: la sua Honda CBR1000RR SC59 del 2010, preparata dal team Holzhauer Racing Performance (HRP). Questa moto non era un semplice esemplare da collezione: era stata adattata per la pista e utilizzata da Schumacher stesso in diversi test, sia durante la sua carriera in Formula 1, sia dopo il ritiro dalle corse. Partendo da una base stradale, il team HRP aveva apportato modifiche mirate per ottimizzare le prestazioni: airbox migliorato, radiatore dell’olio dedicato, manubrio racing, cambio rapido, scarico Akrapovic Titan e una serie di interventi per esaltarne la guidabilità. La moto sfoggiava il numero di gara 77 e, insieme ad essa, l’acquirente si è portato a casa anche una scheda tecnica con tutte le date di utilizzo da parte di Schumacher, un casco Schubert e un paio di guanti in pelle autografati.

Ferma da anni e con appena 3.752 km percorsi, la CBR1000RR richiedeva comunque un intervento di manutenzione per tornare in pista. Gli esperti di RM Sotheby’s avevano stimato il valore tra i 25.000 e i 35.000 euro, ma l’asta ha superato ogni aspettativa: la moto è stata aggiudicata per 64.800 euro. Un risultato che testimonia non solo il valore tecnico del mezzo, ma soprattutto l’aura che circonda ogni oggetto legato al nome di Michael Schumacher, capace ancora oggi di suscitare emozioni e di accendere la passione dei collezionisti.






