Ci sono mostri sacri nel tennis che hanno scritto pagine imponenti e uno di questi è sicuramente Novak Djokovic. Ma il momento di ritirarsi arriva per tutti.
Gli US Open entrano nel vivo, con il terzo turno che inizia già a delineare le prime gerarchie. L’attenzione degli appassionati italiani è ovviamente tutta rivolta a Jannik Sinner, chiamato a difendere il titolo conquistato lo scorso anno e già capace di superare senza grandi patemi anche l’ostacolo Alexei Popyrin. L’altoatesino si conferma il simbolo della nuova generazione, quel volto capace di unire potenza, continuità e un atteggiamento glaciale che lo hanno reso il numero uno del mondo e uno dei grandi favoriti per arrivare fino in fondo a Flushing Meadows. Non c’è però solo Sinner. Gli occhi del torneo guardano con grande curiosità anche a Carlos Alcaraz, eterno rivale designato dell’azzurro, e ovviamente a Novak Djokovic, ultimo superstite dei leggendari Big Three. Il serbo, a 38 anni, cerca di rimanere aggrappato all’élite mondiale, consapevole che ogni torneo potrebbe rappresentare l’ultima occasione per aggiungere un trofeo di prestigio alla sua immensa bacheca.

La nuova generazione, però, non ha pietà: i giovani corrono, spingono e sembrano pronti a scrivere una pagina di storia che chiuda definitivamente l’epopea dei grandi del passato. Djokovic lo sa, ma non ha nessuna intenzione di farsi da parte senza combattere. Gli US Open 2025 raccontano quindi di un torneo che non è solo sfida tecnica, ma anche passaggio di consegne. Da una parte chi ha dominato il tennis per vent’anni e che si appresta ad affrontare un osso duro come Norrie, dall’altra chi vuole prendersi il futuro. In mezzo, una folla di tifosi che sognano un nuovo capitolo del duello infinito tra Sinner e Alcaraz.
US Open, Monaco affonda Djokovic: “Un ex giocatore, Sinner è una macchina”
Parole dure, quelle di Guido Monaco, commentatore di Eurosport, che nel corso della trasmissione TennisManiaha lanciato una vera e propria bordata nei confronti di Novak Djokovic. Per me, non è in grado di competere. Siamo al cospetto di un ex giocatore, che fatica anche a muoversi – ha dichiarato il cronista – Io sono sempre più perplesso dalla sua partecipazione in questo torneo. Secondo Monaco, il campione serbo non riuscirebbe più a tenere il ritmo dei giovani, e la scelta di continuare a inseguire record e traguardi statistici rischierebbe di trasformarsi in un accanimento poco utile alla sua immagine. Questo suo ostinarsi a giocare per i record non vedo a cosa possa servirgli e una stagione organizzata così da parte sua non mi convince – ha aggiunto, sottolineando anche qualche confusione nella gestione del team che lo accompagna.

Diverso invece il giudizio su Jannik Sinner, che per Monaco rappresenta la nuova macchina da guerra del circuito. Capace di annichilire gli avversari con potenza e precisione, l’azzurro viene paragonato allo stesso Djokovic dei tempi d’oro, con però una dose di aggressività ancora maggiore. Secondo Monaco infatti: “Sinner è quello che è stato Djokovic, ma con più potenza. Non ti lascia chance”. Un’analisi che fa discutere, ma che riassume perfettamente la fotografia attuale del tennis mondiale: il passato che fatica a restare competitivo e il presente, incarnato da Sinner e Alcaraz, che corre veloce verso un futuro già iniziato.






