Verstappen, dopo la vittoria, oltre a festeggiare ha lanciato un messaggio che suona come una umiliazione pubblica difficile da ignorare.
Il quattro volte campione del mondo non sembra intenzionato a smettere di dominare né in pista né fuori. Monza, d’altronde, è stato ancora una volta il palcoscenico perfetto per mostrare al mondo la forza di un pilota che, senza ombra di dubbio, ha riscritto i parametri della Formula 1 moderna.

La vittoria è stata netta, costruita con la solita freddezza e con una superiorità tecnica che a tratti ha fatto sembrare gli avversari semplici comparse. Però quello che ha fatto più rumore non è stato tanto il distacco inflitto sul tracciato, quanto le parole pronunciate dal fuoriclasse olandese subito dopo la gara.
Verstappen non perde l’occasione di umiliarlo
Max Verstappen non si è limitato a parlare di strategie o di performance, ma ha messo in luce un tema cruciale della Formula 1 di oggi: la capacità del team di interpretare la macchina e guidarne lo sviluppo. In uno sport in cui i dettagli tecnici possono cambiare il destino di un’intera stagione, non basta avere il pilota migliore o un’aerodinamica sopraffina. Serve una guida tecnica al vertice, una regia che sappia tradurre il lavoro degli ingegneri in scelte vincenti.
È qui che entra in scena Laurent Mekies, ex Ferrari e oggi figura chiave nel box Red Bull. Verstappen lo ha elogiato pubblicamente, senza esitazioni, sottolineando l’impatto del suo approccio: «Grazie al suo background tecnico, pone agli ingegneri le domande giuste, basate sul buon senso. Penso che stia funzionando davvero bene». Non sono parole lanciate a caso, anzi sembrano il riflesso di un cambiamento concreto che il team ha vissuto negli ultimi mesi.

Il campione olandese ha rincarato la dose spiegando: «Abbiamo avuto tante gare in cui siamo andati verso un assetto estremo della vettura, senza averne il controllo. Questo perché non avevamo capito appieno cosa bisognasse fare». Una frase che, letta tra le righe, ha il sapore di una critica diretta alla gestione tecnica del passato. E qui il pensiero di molti corre subito a Christian Horner, l’ex team principal con cui i rapporti non sono sempre stati idilliaci.
Senza ombra di dubbio, Verstappen ha scelto le parole con attenzione ma anche con una certa volontà di mandare un messaggio chiaro. C’è chi lo legge come un atto di riconoscenza verso Mekies, ma anche come un’accusa implicita a chi, in passato, non avrebbe saputo indirizzare la squadra nella giusta direzione. Una sorta di umiliazione pubblica, dalla quale Verstappen non ha voluto tirarsi indietro, consapevole che la sua voce oggi ha un peso enorme.
La Formula 1, si sa, vive anche di equilibri politici e dichiarazioni che contano tanto quanto i decimi guadagnati in pista. E in questo caso, più che celebrare l’ennesima vittoria, Verstappen sembra aver voluto chiarire a tutti che il successo di Monza non è solo frutto del suo talento, ma anche di una nuova visione tecnica che ha portato freschezza e, soprattutto, risultati concreti.






