Tudor, critica ed autocritica, la Juve parte da meno due, patteggiare non è ammettere, altrove vedo bene Allegri
Il pareggio della Juventus contro il Verona nella terza giornata di Serie A 2025/2026 ha sollevato più di una perplessità. Non tanto per il risultato – in un campionato lungo un pari può capitare – quanto per le sensazioni negative lasciate dalla prestazione in campo.
Contro il Verona, la Juventus è apparsa fisicamente provata. Un aspetto preoccupante, considerando che siamo soltanto alla terza giornata di campionato. I bianconeri hanno mostrato poca brillantezza, soprattutto nel secondo tempo, lasciando campo alla squadra di Zanetti.
Arbitro sotto accusa: primo tempo a senso unico
A peggiorare il quadro ci ha pensato una direzione arbitrale molto contestata. Nel primo tempo, l’arbitro Rapuano ha preso diverse decisioni dubbie: dal rigore assegnato al Verona, alla gomitata su Gatti da parte di Orban (rimasto in campo), fino a numerosi falli non sanzionati ai danni di giocatori bianconeri.
Per chi segue la Juventus non è passata inosservata la doppia linea di conduzione con il giallo a Orban che in Juventus-Parma era un rosso, allora arbitro Marcenaro e con il rigore dato al Verona che è molto più leggero di un intervento di Gaspar, non sanzionato con il rigore in un Lecce-Juventus dello scorso anno. La manca di uniformità fa discutere ed è sfociata nella rabbia di Tudor a fine partita, totalmente comprensibile. I bianconeri partono, quindi, da meno due, intesa come penalizzazione, non virtuale ma visto che gli errori all fine hanno pesato sul risultato.

Gestione del calendario Serie A: perché la Juventus gioca il sabato?
A rendere più difficile la situazione è la gestione del calendario: la Juventus ha giocato di martedì e poi di nuovo il sabato, senza poter usufruire di un giorno in più di riposo e condensando tre partite in sette giorni. Un dettaglio apparentemente marginale, ma che può incidere sulla tenuta atletica e mentale dei giocatori.
Stop agli alibi: la Juventus deve guardare in casa propria
Dopo il pareggio tra Juventus e Verona, l’attenzione si è concentrata – ancora una volta – sugli errori arbitrali. Ma il primo obiettivo deve essere un altro: evitare gli alibi. Gli episodi arbitrali contro la Juventus ci sono stati e vanno denunciati, con fermezza e costanza, finché non ci sarà una direzione arbitrale più equa. Tuttavia, non possono diventare la chiave di lettura esclusiva delle partite. Il rischio è alimentare una cultura dell’alibi, che indebolisce la mentalità della squadra e ne frena la crescita.
La crescita passa dall’autocritica
La Juventus ha potenzialità importanti, ma anche limiti evidenti. Per tornare competitiva ai massimi livelli serve un percorso di crescita basato su consapevolezza, autocritica e lavoro quotidiano. Tutti, dalla società ai tifosi, devono pretendere di più. Questa Juventus può – e deve – ambire ad una crescita ed a migliorare attraverso alcuni elementi, di cui, lo stesso Tudor è consapevole.
Chi l’anti Napoli?
Il pareggio della Juventus a Verona, ha alzato i dubbi sulla candidatura bianconera, tra l’altro, mai sostenuta dalla Juventus stessa, del ruolo di anti-Napoli. La squadra di Conte, infatti, appare più completa, soprattutto a centrocampo, reparto in cui i bianconeri devono ancora ritrovare una chiave corretta per renderlo un reparto a livello dei partenopei, ma non solo. Anche Inter e soprattutto Milan si candidano ad essere leader del ruolo.
Il weekend ha regalato, però il ruolo di nuova antagonista al Milan, i rossoneri con il tondo successo di Udine hanno cancellato il ko con la Cremonese ed alzato l’asticella. L’assenza dalle Coppe è sempre un vantaggio a livello fisico e nel prossimo weekend ci sarà il primo scontro diretto per Allegri, che contro Conte, si giocherà il derby tra ex allenatori bianconeri con l’ambizione di non puntare solo al ritorno in Champions ma di essere il nuovo Napoli, quello che da metà classifica arriva al vertice.
Dal campo all’extra campo
Dal campo all’extra campo, la Juventus ha scelto la via del patteggiamento per il tema plusvalenze. “Il patteggiamento non comporta alcuna ammissione né riconoscimento di responsabilità.”. Questa la linea della società ma anche dello stesso Andrea Agnelli, che hanno preferito chiudere la questione mantenendo ferma la loro posizione di innocenza.
Del resto, per chi ha seguito la vicenda le domande ci sono e sono numerose, visto che l’incidenza di queste operazioni non ha toccato una percentuale importante del bilancio, grande numerosità di operazioni, scarsa valenza economica. Oltre a questo, la domanda con chi abbia fatto queste operazioni la Juventus è lecita e rimane uno dei grandi interrogativi, legati ad una parità di trattamento, che purtroppo sembra essere un concetto che vale per “molti, ma non per tutti”.







